L’effetto Saatchi

di Redazione 1

Gli artisti contemporanei inglesi sono ormai talmente quotati nel mercato dell’arte internazionale che ogni galleria italiana vorrebbe averne uno, magari anche uno poco famoso ma rigorosamente di sangue britannico. Certo è che ultimamente anche gli artisti della Repubblica Ceca sono molto in voga ma l’Inghilterra è sempre l’Inghilterra. Gli Young British Artists sembrerebbero essere i porta bandiera di una vena creativa inesauribile, un vero tesoro per la terra di Albione per molto tempo devota a John Constable, J. M. W. Turner e Francis Bacon quali rappresentanti dell’arte britannica nel mondo. Oggi tutto è cambiato e la Gran Bretagna sembra sfornare un talento al mese. Dietro questa fucina di creatività c’è sicuramente la mente geniale di Charles Saatchi, proprietario dell’omonima galleria, collezionista d’arte e co-fondatore della famosa agenzia pubblicitaria londinese Saatchi and Saatchi.

Ma cominciamo per gradi, nel 1988 un gruppo di 16 artisti del Goldsmiths College di Londra capitanati da Mr. Damien Hirst al secondo anno di college, prese parte ad una storica mostra chiamata Freeze in uno spazio espositivo alternativo nei Docks di Londra. Alla mostra assistette anche il buon Saatchi che rimase subito colpito dagli animali sotto vetro di Hirst tanto da divenirne il maggiore collezionista.

Saatchi fece ancor di più, sponsorizzò un nutrito gruppo di giovani artisti e presentò al pubblico nel 1992 una serie di nuove mostre chiamate Young British Artists a cui parteciparono nomi del calibro di Mat Collishaw, Ian Davenport, Damien Hirst, Tracey Emin, Chris Ofili, Douglas Gordon, Steve McQueen, Jenny Saville, Sam Taylor-Wood,Gavin Turk e tanti altri. Young British Artists divenne ben presto il nome di una nuova corrente artistica. Gli artisti inglesi sotto l’egida dello scaltro pubblicitario ricevettero da subito un enorme interesse mediatico e il Turner Prize di quell’anno vide tra i vincitori e tra i nominati un nutrito manipolo degli artisti di Saatchi, cosa che scatenò non poche polemiche nel mondo dell’arte contemporanea.

Oggi Charles Saatchi è a caccia di nuovi talenti e con il suo sito Saatchi online organizza concorsi periodici che incoronano un numero sempre più alto di giovani artisti i quali sembrano somigliare a meteore impazzite a caccia dei famigerati 15 minuti di fama. Ricordiamo comunque che nel 1998 il  magnate inglese ha venduto 130 opere della sua collezione di Young British Artists facendo colare a picco le quotazioni dei suoi artisti ancor più velocemente di quanto era stato capace di farle salire vertiginosamente al momento dell’acquisto. Insomma gli artisti di Saatchi oggi sembrano far parte del mondo dell’arte temporanea più che di quello dell’arte contemporanea.

Photo copyright: Nigella Lawson, Charles Saatchi

Commenti (1)

  1. Why should I cater to you Mr. Saatchi when here s my oorpptunity to speak about my collection.The difference between you and I is how we obtain and value our art collections. Yours is a collection significant for its lack of significant content except the one created by word of mouth. My collection is from thrift stores, artist friends and generally speaking left over behind garbage bins and from the most of amazing locations like open fields and detritus washed ashore or found in salvage yards. The main problem with such art is that there’s no repeat and no provenance to substantiate some fictitiously exaggerated tale. After all, it is the individual’s story that holds the key to heaven.So you made the right decision to eat your caviar (I hope) smeared canvas.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>