Otto lezioni sul vuoto a Gijon per Marina Abramovic

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Marina Abramovic presenterà a Gijón in Spagna a partire dal 29 maggio 2009 la videoinstallazione 8 Lessons on Emptiness with a Happy End che sarà ospitata per l’occasione dai meravigliosi spazi della chiesa di Laboral. Si tratta dell’ultima opera dell’artista serba nata a Belgrado nel 1946 che ha tentato di tradurre in immagini la sua profonda preoccupazione riguardo agli eccessi nella rappresentazione della violenza nella società e nell’arte contemporanea.

L’installazione è divisa in cinque grandi schermi che ricreano una guerra tra bambini. L’artista ha tratto ispirazione da un recente viaggio nel Laos dove ha avuto modo di osservare che tutti i bambini tenevano in mano delle armi giocattolo. A partire da questa esperienza Marina Abramovic ha ricreato tutte le distinte fasi di un conflitto bellico: dalla negoziazione fino alla battaglia ed alle vicissitudini dei prigionieri passando per le sofferenze dei feriti. La chiesa di Laboral ospiterà inoltre la proiezione su un grande schermo di Family portrait i cui soggetti principali sono sempre bambini con armi giocattolo. Secondo un comunicato diramato ieri dalla direzione del Teatro de la Laboral, nel corso dell’inaugurazione dell’evento verrà proiettato un making of delle opere in mostra dove si illustreranno i metodi, le scelte tecniche e le ragioni socio-culturali che hanno portato l’artista alla realizzazione dell’intera video installazione.

Il lavoro di Marina Abramovic che dal 1973 al 1975 fu docente dell’accademia della belle arti di Novi Sad in Serbia, ha richiamato l’attenzione di pubblico e critica sin dalle prime proposte. Nel 1974 ad esempio l’artista organizzò una storica performance in cui ingoiò diverse pillole con distinti effetti sul suo cervello per mostrare al pubblico le relazioni tra corpo e mente. Nel 1997 Marina Abramovic è stata premiata alla Biennale di Venezia e nel 2005 è stata invitata dal Guggenheim Museum per presentare in sette serate consecutive la sua serie di performances 7 easy pieces.

Photo copyright: Marina Abramovic

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