Chuck Close, quando la vita diventa un film

di Redazione Commenta

Il Phoenix Art Museum ospiterà dal 8 luglio un importante film sul processo artistico e sulla vita dell’artista contemporaneo Chuck Close. L’opera di Marion Cajori completata nel 2007 prende il titolo di Chuck Close: a portrait in progress ed è un documentario sulla tragica ma affascinante vita di uno dei più grandi artisti del secolo e figura chiave dell’era moderna.

I particolari intriganti del documentario sono rappresentati dal modo di mostrare il processo creativo di Close e la storia dei suoi insormontabili problemi sia fisici che legati all’espressione orale. Nato nel 1940 Chuck Close ha sperimentato molteplici stili pittorici. I suoi progetti sono enormi ed il processo creativo è talmente raffinato, dettagliato e controllato da richiedere anni di tempo per il completamento di un dipinto.

Fin dall’inizio della sua carriera, Chuck Close esperto di tecniche incisorie, litografia, acquatinta, mezzatinta, serigrafia, ha operato una scelta intellettuale ben definita, al quale è rimasto fedele nel tempo, egli non lavora su commissione ma dipinge solamente ritratti, di amici, familiari, ed  autoritratti. Alla stregua degli altri iperrealisti, Close si basa sull’immagine fotografica mantenendo nelle sue opere pittoriche le classiche deformazioni indotte dall’obiettivo e gli effetti di sfocatura cercando di imitare a perfezione quest’ultima aberrazione visiva. Egli  ha cambiato il nostro modo di osservare una faccia dipinta, ha cambiato il nostro modo di guardare un immagine, forzandoci a vedere quello che lui vuol farci vedere.

La cosa più incredibile è che Chuck Close è stato in un certo momento della sua vita paralizzato dal collo in giù ed ha comunque combattuto giorno dopo giorno dopo il tragico incidente per continuare a creare arte. La proiezione del documentario sarà seguita da una discussione sul film e se amate l’arte di Close, questa è una buona occasione per osservare attentamente i meccanismi creativi che si celano all’interno di essa.

Photo Copyright: Chuck Close

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