Il Centro Luigi Pecci di Prato vola all’Expo di Shangai

di Redazione Commenta

il Ministero degli Affari Esteri ha comunicato che il progetto Italian Genius Now – Home Sweet Home, a cura di Marco Bazzini direttore del Centro Pecci è stato selezionato per rappresentare l’arte contemporanea italiana all’interno del Padiglione Italia durante l’Expo di Shanghai 2010, manifestazione alla quale è prevista la partecipazione di 50.000 visitatori al giorno.
L’iniziativa è un’ulteriore affermazione internazionale del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, che si rivela ancora una volta uno dei più importanti promotori della cultura italiana contemporanea in Italia e all’estero.
Dopo L’età della metamorfosi – la collezione del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci al MoCA Shanghai nel 2006, la mostra itinerante Italian Genius Now fra il 2007 e il 2008 nelle maggiori capitali dell’Asia, la mostra Italian Art Codex nei musei del Sud America questa estate, il prossimo anno la partecipazione all’importante manifestazione internazionale dell’Expo.
Fondamentale è stato anche il supporto fornito da Toscana Promozione che ha riconosciuto nel Centro Pecci un referente prezioso per promuovere l’immagine della Toscana e di Prato.
La mostra Italian Genius Now – Home Sweet Home non intende sottolineare in modo critico il nostro attuale comportamento nei confronti dell’ambiente, non propone gli orrori e i disequilibri causati dallo sviluppo e accelerazione dell’azione umana. All’arte sono richiesti un’azione e un fine diversi, la sua essenza consiste nel creare visioni che inducono pensiero e consapevolezza.

Inoltre vi segnialiamo che fino al 27 settembre il Centro Pecci presenta invece una selezione di opere di artisti russi. Verso occidente, questo il titolo della mostra, offre una sezione monografica nata nel tempo parallelamente all’attività espositiva che oggi raccoglie circa cento opere, un decimo dell’intero patrimonio del museo.Vi sono rappresentate due generazioni, quella apparsa sulla scena alla fine degli anni Ottanta, con l’eccezione di Ylia Kabakov che già lavorava da circa un ventennio, e quella dell’oggi che ha segnato gli anni Duemila.

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