Jonathan LeVine ed il Pop Surrealism alla riscossa

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 Per il quinto anniversario della sua galleria di New York, Jonathan LeVine ha riempito i suoi spazi con opere di 35 artisti, molti dei quali fanno parte della sua scuderia. Lo spazio si trova nella zona di Chelsea ma non aspettatevi di vedere una mostra con opere caratterizzate da astrazioni cool o ermetiche forme concettuali. L’evento è infatti dedicato a quella che comunemente è definita Lowbrow art o Pop Surrealism,  filone artistico che vanta nelle sue file numerosi talenti e che fino ad ora è stato relegato ai margini del mercato dell’arte.

Ovviamente le cose stanno lentamente cambiando e dopo anni di gavetta anche la Lowbrow Art comincia a raccogliere i consensi da parte di pubblico, critica e collezionismo. “siamo ad un importante punto di svolta, ora il mercato internazionale e la scena dell’arte istituzionale si sono resi conto di queste meravigliose opere” ha dichiarato LeVine con quella soddisfazione di chi fin dall’inizio della carriera di dealer ha deciso di puntare tutto sull’imprevisto. Molti artisti presenti in questa grande mostra collettiva (che rimarrà in visione sino al 27 marzo) non hanno ancora superato i quaranta anni d’età ma i loro nomi sono già molto conosciuti nell’ambiente artistico, si parla infatti di gente come Blek Le Rat, Ray Caesar, Ron English, Gary Baseman, Gary Taxali, Invader, Jeff Soto, Jim Houser, Miss Van, Shepard Fairey, Tara McPherson, WK e tanti altri. Gente cresciuta a colpi di Star Trek o Star Wars, leggendo i comics ed ascoltando punk rock ed hip hop. Artisti che producono opere tipicamente figurative ed a volte narrative in una maniera accessibile e populista.

Per questa generazione cresciuta con la televisione, l’immaginario pop è l’unico linguaggio. La loro cultura è la pop culture” ha aggiunto LeVine. L’establishment ha reagito molto lentamente all’invasione Lowbrow, Jonathan LeVine ha invece abbracciato sin da subito questo movimento, organizzando mostre nei club e nei bar come il celebre CBGB negli anni ’90. In seguito il magazine Juxtapoz, fondato nel 1994, ha sancito l’inizio della scalata del Lowbrow nell’ambiente artistico. In seguito celebri dealers come Jeffrey Deitch, Tony Shafrazi e Earl McGrath hanno cominciato ad inserire artisti Lowbrow nei loro ranghi ed istituzioni come il Museum of Modern Art, il Whitney Museum e la Fondation Cartier di Parigi hanno organizzato grandi mostre dedicate a questo movimento. Oggi è finalmente giunto il momento della verità e noi siamo curiosi di vedere se il Lowbrow riuscirà ad entrare nella storia dell’arte.

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