Jenny Holzer, un fiume ininterrotto di parole

di Redazione Commenta

Un fiume di parole scorre sul pavimento. “Nuoto attraverso di lei”, recitano dieci corsie di testo giallognolo che corrono veloci nel buio della sala. “Le canterò una canzone che parla di noi…” recita un’altra poetica scritta mentre di seguito passa un’oscura ammonizione “Posso rovinare la tua vita”. Queste ed altre infinite scritte led scorrevoli riempiono gli spazi del Baltic Centre for Contemporary Art di Gateshead nel Regno Unito. L’artista che le ha create è Jenny Holzer, star di questa mostra dal titolo For Chicago che dal 5 marzo al 16 maggio 2010 ospiterà 13 differenti text works creati dall’artista tra il 1977 ed il 2001.

Nel corso dell’evento i vorticosi nastri di frasi fioriscono all’interno della mente dello spettatore, riempiendola di mostruose possibilità. Fermarsi a riflettere su di una frase significa perdersene un’altra che fugge via in un millesimo di secondo e ci si sente affogare nelle parole. L’artista sembra avere un controllo sulle frasi ed è capace di generare riflessioni od interromperle del tutto mediante frammenti, sussurri  e minacce che sembrano aforismi, comandi o confessioni. Il tono delle frasi è sempre piatto, non ci sono aggettivi solo affermazioni, tanto che potrebbe trattarsi di poesia anche se Jenny Holzer ha sempre precisato di non essere una poetessa. L’impatto visivo dei vortici di testo è comunque impressionante, sia per i colori sia per uno scorrere veloce che crea un movimento estremo ed inafferrabile. Nata in Ohio (Stati Uniti) nel 1950, Jenny Holzer ha passato un’infanzia solitaria ed ha in seguito insegnato alle scuole serali, ma il suo sogno era quello di diventare una pittrice.

La sua arte e la sua reputazione cominciarono a farsi strada grazie ad una serie di stickers che l’artista attaccava anonimamente sui muri di New York negli anni ’70. “L’abuso di potere non è una sorpresa”, “Il delitto ha un suo lato sessuale”, “le persone stupide non dovrebbero procreare”, “Proteggimi da quello che voglio”, queste sono solo alcune delle frasi presenti su migliaia di stickers che Jenny Holzer era solita stampare su adesivi, posters, T-shirts e placche di metallo.  Nell’ultima decade Jenny Holzer ha terminato l’uso di testi da autoprodotti e si è concetrata su lettere, report, memo e dichiarazioni diramate dall’esercito americano.  Il freddo terrore di quei documenti riaccende l’insensata fiamma della guerra nelle opere presenti al Baltic Centre for Contemporary Art.

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