Simon Fujiwara, il divo del momento

di Redazione Commenta

Anche la Danimarca e i Paesi Nordici hanno scelto l’artista che occuperà i loro padiglioni alla prossima Biennale di Venezia edizione 2011. Si tratta dell’artista britannico-giapponese del momento che risponde al nome di Simon Fujiwara, nuova stella dell’arte internazionale che è balzata agli onori delle cronache lo scorso anno con l’installazione Museum Of Incest, presentata all’interno sezione Frieze Frame dalla galleria di Francoforte Neue Alte Brücke.

In realtà Fujiwara ha già partecipato ad una Biennale di Venezia, quella del 2009 e sempre nei Padiglioni Danese e Paesi Nordici ad essere precisi. Infatti l’artista faceva parte di quei 24 artisti e gruppi internazionali riuniti da Elmgreen e Dragset per creare una collezione immaginaria, trasformando così gli spazi espositivi in luoghi domestici abitati da un immaginario collezionista. Ma le sorprese non sono affatto finite per Fujiwara visto che l’artista presenterà una performance della durata di un’intera settimana a Performa 11, l’edizione 2011 della biennale della performance di New York. Come se non bastasse Fujiwara ha in questi giorni vinto il prestigioso Cartier Award, sempre organizzato da Frieze. All’artista sarà concessa una residenza di tre mesi alla Gasworks di Londra ed un premio in denaro di 15.000 dollari. L’ingente somma servirà a produrre un nuovo progetto artistico per la prossima edizione di Frieze 2010. Fujiwara che attualmente lavora tra Berlino e Città del Messico è stato scelto fra oltre 500 artisti partecipanti alle selezioni del premio che è sponsorizzato dalla Deutsche Bank.

Il progetto che l’artista ha intenzione di presentare per la prossima edizione della celebre fiera consiste nella scoperta di una ipotetica città antica. Alcuni reperti archeologici falsi saranno infatti piazzati all’interno degli spazi fieristici.  Sarah McCrory, curatore di Frieze Projects ha così commentato il progetto di Fujiwara: “Con il pretesto di esplorare questa città fittizia, Fujiwara ci aiuta a scoprire il desiderio umano di collezionare ed assegnare un valore agli oggetti storici”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>