Tris di Sgarbi: Biennale, Maxxi e Polo Museale di Venezia

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Continuano le peripezie del Vittorione nazionale, lo abbiamo seguito con estrema attenzione lo scorso venerdì in tv nel corso del programma di Rai 2 L’Ultima Parola. Durante lo show (si discuteva di un Italia che non valorizza i propri tesori a cielo aperto), Vittorio Sgarbi ha sparato alcune delle sue perle, definendo l’Ara Pacis di Richard Meier un’inutile pompa di benzina, simbolo di una politica di sinistra sprecona ed inconcludente. Sgarbi ha poi criticato i fischi contro il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi nel corso della conferenza stampa per l’opening del Maxxi di Roma.

In tale occasione Bondi aveva dichiarato: “Rivendico al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al ministro Altero Matteoli il merito di aver portato a compimento il primo museo delle arti del XXI secolo». In più Vittorione ha ipotizzato di cambiare il nome del Maxxi ed intitolarlo a Silvio Berlusconi proprio come il Beaubourg parigino, noto come Centre Pompidou perchè fortemente voluto dall’allora presidente francese Georges Pompidou. Inoltre in questi prossimi giorni, Vittorio Sgarbi dovrebbe ricevere da Bondi la nomina di Soprintendente Speciale al Polo Museale di Venezia che si aggiungerebbe a quella di curatore del Padiglione Italia alla prossima Biennale e a tante altre cariche. Recatosi a Venezia, Sgarbi ha però trovato un’amara sorpresa, un decreto ministeriale di sospensione dal servizio per dieci giorni dopo la sentenza per assenteismo. Sgarbi non ha battuto ciglio ed ha replicato sulle pagine del Corriere Veneto: “l’importante è che il prossimo dieci giugno a Roma ci sarà una conferenza stampa nella quale il ministro Sandro Bondi mi affiderà tutti e tre gli incarichi: alla Biennale, al Maxxi e al Polo Museale di Venezia».

Circa la futura nomina di Vittorio Sgarbi, vorremmo citare alcuni passi di un lucido e puntuale articolo scritto da Francesco Bonami per Il Riformista:”In Italia, ogni scandalo è ad personam. Quindi indignarsi per l’eventuale nomina del criticissimo critico e storico d’arte Sgarbi apparirà come l’ennesima guerra all’arma bianca con il giurato nemico. Non è così. Sgarbi è solo il simbolo di un modo di gestire la cultura, a destra come a sinistra, marcio e scriteriato, che nulla ha veramente a che fare con la stessa cultura, un campo che dovrebbe essere amministrato utilizzando eccellenze anziché appellandosi a sua eccellenza di turno come avviene spesso in Italia”. Noi non possiamo far altro che toglierci il cappello innanzi a questa meravigliosa quanto allarmante sintesi del sistema culturale italiano.

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