Gianni Moretti – Great expectations

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Great expectations segna la prima esposizione personale a Bologna di Gianni Moretti (Perugia, 1978) artista che in questa città ha compiuto i suoi studi accademici per trasferirsi poi a Milano, principale luogo in cui vive e lavora, pur spostando continuamente il suo asse in grandi capitali mondiali.

Ed e’ da questo nomadismo intellettuale che prende il titolo la mostra: great expectations infatti e’ un lavoro che si srotola attraverso le differenti aspettative che ciascuno di noi nutre alla vigilia di una partenza, di un evento, di un viaggio. great expectations e’ l’ipotesi di una vittoria o di una sconfitta, di accadimenti che l’uomo puo’ controllare solo in parte essendo innestato in un destino entropico che sempre sfugge al controllo totale. Il titolo della mostra contiene inoltre un altro rimando significativo della memoria collettiva di ciascuno inaugurando l’11 settembre, data che ha segnato indelebilmente il passaggio tra Novecento e Duemila, vera cesoia che fa da spartiacque a politica, economia, impostazione umanistica globalizzata e tribale di tutti i popoli del mondo.
L’esposizione ha un andamento ondivago passando dalle carte in gelso con pigmenti oro della serie dei tuffatori nei pozzi (2006-2010) alla grande installazione a parete dei ventiquattro esercizi di aderenza (il canarino), monotipi su acetato che l’artista perugino sta creando nel suo attuale soggiorno berlinese per la mostra alla Contemporary Concept Gallery di Bologna.

Al centro della galleria Moretti dispone invece un altro site specific, una serie di 8 sculture, great expectations, acetato inciso con cromie e dimensioni variabili, lavoro che si riferisce strettamente al concetto appunto delle ansie e dei desideri riposti nell’attesa dell’esperienza, maturata o in divenire, in 8 città differenti nelle quali vive o ha vissuto.

Artista in continua e progressiva crescita, Moretti e’ uno dei piu’ originali rappresentanti della giovane arte italiana che attraverso necessarie e indispensabili ricerche, ossessioni e urgenze dà un senso concreto e trasversale al fare e al creare contemporaneo. La mostra è curata da Martina Cavallarin.

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