I 100 milioni di semi di girasole di Ai Weiwei invadono la Turbine Hall

di Redazione Commenta

La Turbine Hall della Tate Modern torna nuovamente a stupire ed affascinare il pubblico e lo fa grazie ad un artista che di fascino e stupore ne ha già suscitato parecchio. Ospite delle Unilever Series è infatti Ai Weiwei, artista poetico e visionario che da sempre lotta contro l’oppressione politica, sociale e razziale.

Stavolta Weiwei ha deciso di ricoprire il suolo della Turbine Hall con 100 milioni di semi di girasole di porcellana che vanno a formare una sorta di tappeto o di sabbie mobili le quali sembrano in continuo movimento. Il colpo d’occhio è decisamente affascinante ma i retroscena dell’intero progetto lo sono ancora di più. Per produrre i semi Weiwei ha infatti assoldato un vero e proprio esercito formato da 1.600 artigiani cinesi. Cosa ancor più sbalorditiva è che ogni seme di girasole è stato dipinto a mano. Gli artigiani provengono infatti dalla città di Jingdezhen, un tempo fulcro della produzione di porcellana per la casa imperiale. Oggi però la porcellana è prodotta ovunque ed a fronte della grave crisi del mercato, l’installazione di Weiwei ha significativamente contribuito a ripristinare un equilibrio economico. Ma come le passate azioni creative dell’artista anche la moltitudine di semi di girasole ha un suo significato sociale. I semi di girasole fanno infatti parte della storia della Cina, Mao Zedong era infatti solito paragonato al sole ed il popolo ai semi di girasole. I semi erano inoltre una fonte di cibo in tempi di carestia, oppure uno snack da consumare assieme agli amici in tempi in cui la fame non attanagliava il popolo.

I semi della Turbine Hall ovviamente non sono commestibili, anche se la loro forma si avvicina in maniera impressionante a quella naturale. Quella di Weiwei è in sostanza un’opera semplice ma profonda allo stesso tempo che si riallaccia a tematiche duchampiane con un occhio alle opere di Felix Gonzalez-Torres. Il Guardian ha intervistato l’artista chiedendogli se avesse prodotto personalmente qualcuno dei semi in mostra: “Ne ho fatti tre, ma nessuno di essi era decente” ha risposto Weiwei, sorridendo dietro la sua folta barba.

Photo Copyright: PAUL GROVER

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