La Cina non è un paese libero, parla Ai Weiwei

di Redazione Commenta

Non molto tempo fa l’Italia (come anche il resto del mondo) ha subito l’invasione degli artisti cinesi. Ebbene passato il tormentone vorremmo farvi riflettere sulla situazione artistica e sociale in cui versa la Cina, questo poiché al di là dei lustrini sussiste una situazione politica a dir poco scandalosa che limita la libertà di espressione di un intero popolo.

Questa volta però, parleremo attraverso la viva voce di Ai Weiwei, celebre artista cinese che in questi giorni è stato messo agli arresti domiciliari dal governo. Nel ricordare che noi di Globartmag difendiamo a spada tratta la posizione di Weiwei, vi forniamo la traduzione dell’articolo scritto dall’artista sulle pagine del Guardian:

“Nel mio ultimo viaggio a Londra per la mia installazione alla Turbine Hall ho visitato la Houses of Parliament ed ho assistito ad un dibattito sull’istruzione e sui bambini. Sono rimasto profondamente colpito da quel dibattito. Si è trattato di un perfetto modello di democrazia, ovviamente tutte le società hanno i loro problemi ma in Gran Bretagna le questioni politiche importanti possono essere sempre discusse ed i politici possono aggiustare il tiro per migliorare le condizioni. La Cina invece è una nazione che ha una libertà di parola e di informazione molto limitate, non ci sono elezioni pubbliche o sistemi di giustizia indipendenti. Quando vige la censura su internet i giovani studenti non possono ricevere una giusta istruzione, la loro visione del mondo è sbilanciata. Non esiste una vera piattaforma di discussione sulle questioni del paese. Il partito Comunista è l’unico beneficiario dello sviluppo cinese ed anche in tempi di crescita economica la maggior parte del popolo vive di stenti. Questi problemi sono oggi ancor più gravi, poiché la Cina sta lottando duramente per diventare un importante attore del mercato mondiale. Tutte le nazioni del mondo sviluppato vogliono fare affari con la Cina. Si tratta di un buon affare per noi e per loro ma dalla nostra parte questo significa più rischi per i lavoratori e maggiori danni all’ambiente, questo tipo di affari passano attraverso il sacrificio dei valori fondamentali della dignità umana…La Cina è più efficiente e produttiva solo perchè sacrifica la maggior parte dei diritti umani. Questo è qualcosa di cui il mondo occidentale non può andar fiero. In una città come Guangzhou accadono migliaia di incidenti sul lavoro, gli operai perdono le loro dita, i loro salari sono bassissimi. Non c’è futuro per loro.

Barack Obama ha visitato la Cina ed è probabilmente l’unico presidente americano che non ha menzionato le parole “diritti umani” in pubblico. Come possono essere traditi questi valori fondamentali? Adesso verranno a trovarci gli inglesi. Penso che David Cameron dovrebbe chiedere al governo cinese di non “far sparire” od imprigionare le persone solo perchè hanno opinioni diverse. La Cina dovrebbe poter discutere apertamente sulle diverse ideologie e sulle diverse questioni politiche. Questo non può succedere se le nostre migliori “teste” vengono messe dietro le sbarre. Cameron dovrebbe affermare che il mondo civilizzato non guarderà mai alla Cina come un paese civilizzato se essa non cambia il suo comportamento. Non penso che questi siano valori occidentali, si tratta di valori universali. Nessuno forza la Cina ad accettare valori dall’esterno, sto solo chiedendo di ascoltare il proprio popolo.”

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