30 buoni motivi per amare l’arte contemporanea made in Italy

di Redazione 1

Commenti nei blogs, articoli sui giornali, chiacchiere tra addetti ai lavori. Tutti contro l’arte contemporanea italiana, tutti pronti a ribadire la lentezza e la vetusta natura del nostro sistema. Eppure amici miei, esistono universi tutti italiani che ci fanno venir voglia amare l’intera manifestazione creativa nazionale. Parliamo di eventi, artisti, istituzioni e quanto altro che persino all’estero ci invidiano e non hanno nulla da invidiare alla più blasonate superpotenze dell’arte. Non ci credete? Ecco 30 buoni motivi per essere fieri della scena dell’arte contemporanea italiana:

1 Le sperimentazioni sonore di Luigi Russolo e quelle di Giacinto Scelsi.
2 Marinetti, Boccioni ed il Futurismo.
3 I tagli di Fontana e i decollage di Rotella
4 La verifica incerta di Grifi e Baruchello
5 L’Art to Abandon di Franco Mazzucchelli
6 La Transavanguardia (costruita o non) di Bonito Oliva che conquista gli U.S.A.
7 Mario Schifano e tutta la Scuola di Piazza del Popolo
8 L’arte emergente che lotta contro tutto e tutti9 I curatori indipendenti che lavorano con coscienza
10 La Biennale di Venezia
11 Fabio Mauri contro gli orrori del Nazismo
12 Gino De Dominicis contro la morte
13 Giorgio de Chirico e gli enigmi metafisici
14 Germano Celant e tutti quelli dell’Arte Povera
15 L’attico di Fabio Sargentini ed i cavalli di Kounellis

16 Lo Studio Morra di Napoli e Rhythm 0 di Marina Abramovic
17 La merda di Manzoni e gli specchi di Pistoletto
18 Blu, Ericailcane, Sten & Lex e tutti quelli della spaghetti street art
19 La critica seria
20 Il MAXXI di Zaha Hadid
21 Le provocazioni di Cattelan
22 Studio Azzurro e la video arte italiana
23 Francesco Bonami e la mostra Italics
24 Terremoto in Palazzo di Beuys alla Modern Art Agency di Napoli
25 Bruno Munari tra arte e design
26 La Fondazione Prada
27 Massimiliano Gioni al New Museum ed alla Gwangju Biennale
28 Il Festival dei Due Mondi di Spoleto con Alexander Calder, Christo e Jeanne-Claude
29 Giuseppe Panza di Biumo che finanzia James Turrell
30 Gian Enzo Sperone alla conquista di New York

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