Kenny Scharf e l’aggressione alla street art da salotto

di Redazione Commenta

Se ben ricorderete, Kenny Scharf aveva deciso agli inizi di dicembre dello scorso anno di produrre un nuovo murale  invadendo un muro della Bowery, già famoso per esser stato curato dalla Deitch Gallery ed ora in mano alla The Hole NYC. C’è da dire che in passato il muro ha ospitato opere di Keith Haring di Shepard Fairey, Os Gemeos e ultimamente di Barry McGee.

Comunque sia tornando a Scharf, lo street artist è stato vittima di uno dei più comuni inconvenienti del mestiere ossia il bombing. In termini pratici l’opera di Scharf è stata scarabocchiata da altri street artists. L’artista è quindi andato su tutte le furie reclamando vendetta su alcuni blog d’arte: “Bisogna motivare queste azioni altrimenti si rischia di compiere inutili atti di violenza ed aggressione”. Ovviamente le risposte dei colpevoli del misfatto non si sono fatte attendere e due di loro, ossia Peterpanposse e Grimace hanno strapazzato Scharf in malo modo. “Ci siamo divertiti a scarabocchiare il murale di Scharf, nessuno può essere così arrogante da pensare di essere immune dalle azioni dei suoi colleghi. Kenny non te la prendere, nessuno ti odia non sappiamo nemmeno chi sei!”. Insomma a noi queste cose fanno sorridere, in fin dei conti molti street aritsts come Scharf si sono lasciati istituzionalizzare ed hanno quindi abbracciato il culto delle mostre in galleria ed in museo. Questi posti in genere garantiscono sicurezza e tranquillità ma quando si torna a produrre opere in strada bisogna confrontarsi con una realtà ben diversa, una legge che non è scritta da nessun’altra parte fuorché sui muri dei palazzi.

Evidentemente Scharf pensava che gli spazi esteri della galleria The Hole NYC fossero immuni dal confronto con la realtà circostante. In passato anche Banksy ha subito simili affronti ed a reagito rendendo la pariglia, questo significa street wars se non si è pronti a sopportare tutto ciò è meglio restarsene al sicuro all’interno della bambagia offerta da musei, gallerie e fondazioni. Scharf e tutti gli altri  fautori della street art da salotto dovrebbero comprendere che in città nessun luogo è al sicuro.

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