L’Università dell’Iowa vuole vendere un Pollock donato da Peggy Guggenheim

di Redazione Commenta

Un’opera d’arte, come si sa, rappresenta un patrimonio culturale praticamente inestimabile. Quando poi l’opera in questione è stata prodotta da un vero e proprio maestro, allora essa diviene un vero e proprio bene per l’umanità. Ma possedere un’opera d’arte creata da un famoso artista significa anche essere proprietari di un bene economico in continua rivalutazione. Lo sanno bene i vertici della University of Iowa che dal 1951 beneficiano di una grande opera dal titolo Mural (1943) creato da Jackson Pollock e successivamente donato all’istituzione scolastica da quell’eroina dell’arte contemporanea che risponde al nome di Peggy Guggenheim.

Ora va detto che l’opera, posta all’interno degli spazi scolastici, rappresenta un vero e proprio strumento formativo, ammirato da 100.000 persone l’anno. Studenti e semplici visitatori che trovandosi davanti all’opera di Pollock possono ricevere un primo assaggio dell’arte contemporanea statunitense. Ebbene l’Università dello Iowa ha deciso di mettere in vendita l’opera del grande maestro per supportare al meglio i propri studenti. Mural avrebbe una quotazione stimata di 140 milioni di euro, con 5 milioni di euro invece l’università pagherebbe le borse di studio per 1.000 studenti l’anno, insomma Pollock contribuirebbe alla formazione scolastica di circa 30.000 studenti in 30 anni. L’intento se pur lodevole ha scatenato un vespaio di polemiche e Sean O’Harrow, direttore del museo d’arte dell’università ha definito la proposta come: “una delle più tremende speculazioni che abbia mai visto. Vendere l’opera sarebbe come vendere la propria nonna. Sarebbe una gravissima perdita per l’insegnamento dell’arte all’interno di questa istituzione e per tutti i cittadini dello stato dell’Iowa”.

Vero è che Peggy Guggenheim si starà rivoltando nella tomba al solo pensiero di veder ceduta una sua importante donazione. Forse è più giusto che sia lo stato a finanziare la corretta educazione scolastica dei suoi cittadini. I tesori dell’arte contemporanea donati al pubblico devono rimanere visibili per tutti, altrimenti si instaurerebbe un caos all’interno del quale tutto è permesso, anche la vendita della propria anima.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>