Il CAM chiama e la Germania risponde

di Redazione Commenta

Ricorderete certamente lo strano caso del direttore del CAM, contemporary Art Museum di Casoria. Per chi si fosse persa la notizia, vi ricordiamo che agli inizi di febbraio Antonio Manfredi aveva issato la bandiera tedesca sulla porta principale del msueo ed aveva chiesto asilo politico in una lettera inviata al cancelliere Angela Merkel, poiché vittima della camorra ed impossibilitato a proseguire le normali attività culturali dell’istituzione.

Manfredi aveva inoltre proposto di trasferire lo staff e l’intera collezione del museo in Germania, abbandonando di fatto una terra già fin troppo bersagliata da numerosi attacchi al suo patrimonio culturale. Ebbene il Corriere del Mezzogiorno ci informa che lo scorso lunedì, in mattinata, una delegazione formata dal console tedesco Christian Much, dal direttore del Goethe Institut di Napoli Maria Carmen Morese e dall’addetto alla cultura del consolato tedesco Atonia Weber, si è recata a far visita al tanto chiacchierato museo d’arte contemporanea. Italia chiama, Germania risponde ed il diplomatico tedesco si è subito detto pronto a collaborare in situ con Manfredi. Per quanto riguarda il Goethe Institut, Maria Carmen Morese si è offerta di coinvolgere il CAM in due eventi, vale a dire un convegno ed una mostra che evidenzierà gli sforzi della lotta contro la mafia prevista per il prossimo aprile ed ospitata dalla sede di Roma. Questa visita di Much a noi suona come un grande gesto di cortesia ma è ovvio che i panni sporchi si lavano in famiglia ed anche il console ha dichiarato che spetta alle istituzioni italiane risolvere le problematiche del museo.

Problematiche a noi non molto chiare, si parla di minacce e si fa riferimento ai bambolotti impiccati davanti al cancello d’entrata. Comunque sia, al termine dell’articolo presente sul Corriere del Mezzogiorno, il direttore Manfredi ha colto la palla al balzo per sciorinare i prossimi eventi del suo museo. Ora si attende la risposta di Angela Merkel ma è certo che questa disperata richiesta d’aiuto non gioverà all’immagine della cultura nazionale.

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