Il collettivo URTO occupa il PAN di Napoli

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Il polo museale napoletano sprofonda nell’abisso, PAN e MADRE sono ormai vittime dei brogli politici e delle gestioni scellerate che hanno di fatto chiuso le porte in faccia ai talenti emergenti del territorio. Ed allora che fare? Una risposta certa è arrivata lo scorso 7 marzo da parte del collettivo URTO, agguerrito gruppo di 270 artisti partenopei in cerca di una piattaforma reale, un laboratorio di ricerca dove poter far rinascere l’arte contemporanea made in naples.

Se leistituzioni non rispondono alle disperate richieste del popolo creativo non resta altro da fare che costringere le stesse ad una reazione tramite un’azione risolutiva e così hanno fatto i giovani del collettivo, occupando simbolicamente il PAN, Palazzo delle arti di Napoli. “Insieme con altri protagonisti del movimento – hanno spiegato i coordinatori del movimento Sebastiano Deva e Walter Picardi – proponiamo di rendere il PAN motore propulsivo delle attività del collettivo ed oltre, dando vita ad una sorta di laboratorio dove si renda possibile far confluire le proposte ispirate provenienti dalla scena artistica napoletana.”L’intenzione del collettivo è affiancare l’attività del PAN, inserendo nella programmazione istituzionale della struttura eventi ed iniziative come quella pervenuta al sito www.urto.napoli.it. “Abbiamo proposto di linkare il nostro sito a quello del PAN, stabilendo un contatto diretto con la struttura in modo da poter rendere anche immediatamente consultabili tutti i progetti che ci hanno raggiunto nelle ultime ore (es. campagna mediatica virale “Prima Terapia d’URTO:uno slogan per Napoli”).

Insieme con il direttore del PAN, Marina Vergiani, abbiamo inoltre stabilito di dare seguito all’incontro odierno il prossimo 21 marzo, al fine di coordinare una programmazione degli eventi e/o progetti pervenuti al collettivo.” “Il PAN – ha dichiarato Marina Vergiani- fonda il proprio progetto culturale nel riconoscimento delle mutevoli espressioni creative della ricerca artistica contemporanea e nella produzione di esperienze pluridisciplinari, operando mediante una programmazione fatta magari di costi ridottissimi ma sempre e comunque in stretto contatto con i soggetti protagonisti e portatori di saperi. In questa precisa direzione – ha concluso il direttore del PAN- posso dire che gli spazi che oggi si aprono al coordinamento URTO, vengono intesi dal PAN come appunto risorse che possono essere gestite per rafforzare una progettualità informata e – mi auguro- di prospettiva”. Forza collettivo URTO, Globartmag è con voi.

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