Dovrei smettere di andar per fiere – MiArt 2011

di Redazione Commenta

Potevo non andarci? Non avevo mica voglia, ma poi tutti mi avrebbero chiesto ci sei stata e ad ammettere la propria pigrizia (mica intellettuale né) non ci si fa bella figura. E poi diciamolo c’erano solo 31° gradi fuori un po’ di luce di neon fa bene alla pelle. Il problema è che il rischio che la fiera uccida l’arte è alto e ti ritrovi a pensare forse mi sto disinnamorando. Non è bello.

Vorrei quindi concentrarmi sugli aspetti positivi di questo MiArt che si è presentato come innovativo, ma l’effetto della comunicazione era un po’ che il mio catetere è nuovo di zecca, mica il resto… Dicevamo, le cose positive: positivo il numero di cento gallerie, abbastanza ma non troppe. Certo la gestione degli spazi era un po’ a sfavore delle “nuove” in quel corridoietto risicato all’ingresso, ma son dettagli. Buoni i servizi, scusare se è poco ma c’erano sushi da un lato e angolo americano dall’altro, con bagel e leccornie, poi se uno preferisce comunque un rustichello affari suoi. Positivo il tentativo di fare rete, coinvolgendo diverse realtà nell’organizzazione degli eventi collaterali.
Positivo il lato moderno dell’arte: perché fondamentalmente se si ha la fortuna di poter investire nei maestri degli anni ’60 si ha vasta scelta e, per chi semplicemente va in fiera per riempire gli occhi, la sicurezza di un Fontana o un Rotella non gliela leva nessuno. Ma è scontato dire che nessuno si aspetta che le rivoluzioni nascano dalle gallerie che si occupano di arte moderna, che è già storicizzata e quindi accessibile dal punto di vista concettuale per chiunque abbia un po’ di passione o interesse per l’arte.

Il momento vero in cui cascano le braccia è quando ti rendi conto che girando per gli stand la maggior parte delle opere le hai già viste oppure ti sembra di averle già viste. Così per non buttarmi/vi troppo giù vi lascio con una breve carrellata delle poche cose a mio modesto parere degne di nota andando in ordine così come le ho incontrate.

01 Eva Kotatkova – Galleria Conduits – Milano: L’artista è stata insignita anche del Premio Rotary Club Milano Brera 2011, ricordo che i suoi di-segni mi avevano colpita anche ad Artissima il novembre scorso.

02 Francesca Di Mattio, Bouquet, 2010 – Galleria Conduits – Milano: Un mix intrigante di rielaborazione delle storia dell’arte in forma accattivante.

03 Patricia Piccinini, New Borne, 2010 – Fama Gallery – Verona: Non è l’opera in sé che mi ha colpita, ma il potere catalizzante che aveva sul pubblico in sala. Molto più interessante il video della stessa artista subito accanto.

04 Nikki Luna, Compartmentalized, 2010 – Primo Marella Gallery – Milano, Beijing: Intima e romantica.

05 Il muro di Massimo De Carlo: Un equilibrio perfetto che accontenta tutti: da Diego Perrone (premiato Rotary) a Carsten Holler, da Paola Pivi a Sol Lewitt.

06 Federico Guida, L’infante Felipe Prospero, 2010 – Galleria Blu – Milano: L’oggi visto dal passato, violento e veritiero.

07 Francesco De Molfetta – Colossi Arte Contemporanea – Brescia: “Mondo, fosse chiaro l’arte non esisterebbe” La trovata è molto commercial oriented, ma si sa che oggi a dire le banalità non si sbaglia mai, pare che pensare non vada di moda.

08 Mimmo Rotella: Giovanna D’Arco, speriamo che non sia un monito.

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