Padiglione Italia Vuoto!

di Redazione 1

Dopo gli abbandoni ed i successivi ritorni del Vittorione Nazionale™ al Padiglione Italia alla Biennale di Venezia, (noi avevamo già predetto tali e tante tarantelle molti mesi fa con questo articolo-provocazione) il mondo dell’arte del nostro martoriato stivale ha subito lanciato un toto-padiglione per scegliere un nuovo paladino in grado di traghettare la nostra arte fuori dalle acque oscure all’interno delle quali ci ha portato Sgarbi. Artribune ha sollevato il nome del bravo Andrea Bruciati. Comunque sia l’allarme è rientrato.

Secondo il mio modesto parere sarebbe stato meglio lasciare il Padiglione Italia vuoto, non per anarchia, nichilismo, sandinismo o quello che volete ma semplicemente per chiudere con il passato e per mostrare al mondo intero la nostra reazione. Non una presa di posizione o un chinare la testa passivamente quindi ma una vera e propria tabula rasa contro comportamenti che devono finire. Se non vi bastano queste parole, ecco altre ragioni per lasciare vuoto questo Padiglione:

  • Vuoto perché “loro” un curatore l’avevano già scelto, così come hanno scelto di assecondare ogni suo vezzo sino a giungere al classico punto in cui il figlio viziato condanna i propri genitori per averlo protetto e coccolato oltre il dovuto.
  • Vuoto perché salvare la faccia a questo governo ed a Paolo Baratta con una soluzione raffazzonata (tanto non abbiamo ancora fatto una conferenza stampa ed il mondo non si cura di quello che succede da noi) porterebbe a queste conseguenze: A) il governo avrebbe comunque la sua Biennale B) la nostra arte contemporanea perderebbe lo stesso la faccia, o almeno ciò che resta rimane dopo il Padiglione di Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli.
  • Vuoto perché un vero professionista non si abbassa a raccogliere i cocci del suo predecessore a meno di un mese dall’inizio della Biennale. Nessuno è in grado di lavorare seriamente in queste condizioni. Le altre nazioni hanno deciso per tempo, scelto un valido artista, evitato di sprecare fondi inutilmente, organizzato gli spazi, scelto una linea curatoriale, lasciato il dovuto tempo all’artista per ragionare sul tutto. Chi pensa di concentrare tutto questo in pochi giorni non ha mai curato una mostra d’arte contemporanea di livello istituzionale o almeno non l’ha fatto nella corretta maniera.
  • Vuoto perché incombe la tragedia dei 700 artisti di Vittorione Nazionale. Un Padiglione Italia vuoto farebbe comprendere al resto del mondo il clima di profondo sconforto in cui versa la cultura italiana, un Padiglione Italia con 700 artisti da Televendita dell’arte rovinerà la nostra reputazione e la nostra già rimaneggiata credibilità.
  • Vuoto perché si pensa sempre ai curatori che dovrebbero salvare tutto con una brillante idea e si dimenticano sistematicamente gli artisti.
  • Vuoto perché Vittorione ha premuto il tasto dell’autodistruzione, investendo con il ruolo di selezionatore chiunque gli è capitato sotto tiro. Conosco decine di persone (tra cui molti non definibili come addetti del settore) coinvolte nel progetto che hanno fatto liste di artisti, hanno contattato gli stessi e poi…tutto in standby.

Micol Di Veroli

Commenti (1)

  1. Una mostra organizzata in 20 giorni confermerebbe l’approccio di estrema superficialità legato a molta ricerca(?)postprodotta contemporanea, generando fenomeni da baraccone, viziati e capricciosi protagonisti temporanei.Il vuoto e il silenzio sono opere difficilissime da realizzare, ma anche il Vuoto Noi riusciremmo comunque a riempirlo di protagonisti del nulla.Liberi da Sgarbi( speriamo per sempre) ma anche da tutte quelle opere e atteggiamenti da centro okkupato a 5 stelle che contraddistingue l’art world, accartocciato su se stesso e superato da tante altre forme di ricerca ed espressione.L’arte dovrebbe essere più un movimento di idee che non di oggetti da istituzionalizzare e rendere appetibili con biennali inesistenti, bisogna approcciarla pensando prima ai fini e poi hai mezzi.Forse gli artisti dovrebbero parlare un pò di più e non solo con opere approvate ed omologate.

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