Ai Weiwei riceve visite dalla moglie: “non è stato torturato”

di Redazione Commenta

Dal 3 aprile Ai Weiwei è tenuto sotto stretta sorveglianza dalla polizia cinese. Questo lo abbiamo già detto e lo abbiamo più volte ripetuto ma non ci stancheremo mai di reiterare il nostro grido di libertà per un artista che si è sempre battuto (dal periodo The Stars in poi) contro la menzogna e l’oscurantismo di un regime ottuso. Va inoltre detto che Weiwei non è l’unico ad aver provato sulla sua pelle le angherie della repressione cieca.

Nel corso degli anni infatti anche moltissimi altri artisti cinesi hanno subito ogni tipo di ritorsione, basti pensare ai raid compiuti nello studio dei Gao Brothers ed i relativi pestaggi portati a termine da agenti in borghese. Comunque sia, torniamo ora al nostro Ai Weiwei perché finalmente ci sono giunte alcune notizie sul suo stato di salute. Stando a quanto è possibile leggere sul sito di dissidenti denominato Boxun, Lu Qing (sarebbe a dire la moglie di Weiwei) è riuscita miracolosamente a far visita a suo marito nella giornata del 15 maggio scorso. La visita sarebbe durata solamente alcuni minuti ma si tratta di un cospicuo passo in avanti rispetto alla precedente situazione di totale silenzio. Il mistero sulla detenzione del celebre artista non si è comunque svelato visto che il luogo di prigionia non è stato resto noto.

Stando a quanto affermato dall’avvocato di famiglia Liu Xiaoyuan, Weiwei non si troverebbe all’interno di un centro di detenzione della polizia. Xiaoyuan avrebbe inoltre parlato a nome di Lu Qing, smentendo le voci di possibili torture e sevizie. Questo però rimane tutto da accertare poiché Lu Qing potrebbe tacere per paura di possibili ritorsioni. Intanto si moltiplicano anche in Italia le attestazioni di solidarietà, Umberto Eco avrebbe infatti chiesto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di esercitare pressioni su di un rilascio in breve tempo. Anish Kapoor invece ha dedicato il suo gigantesco Leviathan al povero artista. Se volete unirvi alla causa FREE AI WEIWEI potete firmare la petizione Italiana dell’Associazione Pulitzer o la Petizione internazionale che già da molto tempo circola su internet. Mobilitiamoci contro questo grave atto nei confronti dei diritti umani e della libertà di espressione.

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