Arte contemporanea italiana, una scena senza regole

di Redazione Commenta

Chi sono i curatori d’arte contemporanea attivi in Italia? Quali sono i loro compensi base e che contratti hanno? Gli assistenti di galleria hanno ferie e malattie pagate? Quale contratto nazionale stabilisce i loro diritti ed i loro doveri? Al di là delle liste create da magazine del settore, esiste un albo degli addetti ai lavori del settore del contemporaneo?

Quali sindacati esistono, quali associazioni, quali tariffari? Al di là di qualche sparuta unione nazionale, tutte queste figure professionali di fatto non hanno nessuna regolamentazione. Nessuna legge significa che alcuni professionisti o presunti tali (pochi a dire il vero ma ve ne sono) possono chiedere compensi astronomici, magari anche gabbando le tasse. Dall’altra parte invece si erge un esercito di professionisti seri che vengono pagati poco e male, che devono fare a pugni per farsi onorare le scadenze, che pagano le tasse sulle miserie che guadagnano ed alle volte si sentono anche rispondere: “organizzi una mostra da me in forma gratuita, così ti fai le ossa” o nel caso degli assistenti di galleria: “lavori nella mia galleria gratis così capisci come gira il sistema dell’arte”. Ebbene, trasposta in ambiti professionali diversi, questa situazione assumerebbe caratteri ancor più surreali di quelli già preesistenti.

Provate ad esempio ad andare dal gommista e chiedergli se vi cambia le gomme in maniera gratuita, così, tanto per tenersi un poco in allenamento. O magari meglio sarebbe andare in un bar e pagare il caffè 30 centesimi, per poi scoprire che nel bar a fianco lo stesso caffè si paga 10 euro perché il proprietario si sente più professionale dei suoi colleghi. A questa ricetta esplosiva potremmo aggiungere tutti coloro i quali si inventano professionisti dell’arte contemporanea da un giorno all’altro senza la minima esperienza e senza qualifiche ma che grazie alle loro aderenze politiche riescono a spillare soldi alle istituzioni ed ai cittadini con le loro profumate consulenze. Tutto questo sistema votato al massacro contribuisce a svilire il lavoro di tanti operatori coscienziosi che da anni si impegnano per portare avanti la creatività del nostro paese.

Micol Di Veroli

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