Nathalie Djurberg fra sacro e profano

di Redazione Commenta

Fede, spiritualità e superstizione. Tutto questo fa parte del dirompente universo della giovane artista svedese Nathalie Djurberg. L’artista è stata fra i protagonisti assoluti della Biennale di Venezia del 2009 dove non ha mancato di stupire il pubblico con il suo mondo pieno di strani personaggi che di fatto superano le canoniche definizioni ed i tranquilli meccanismi dell’arte contemporanea. Il leone d’argento come giovane promessa è stato dunque più che meritato.

Tra video ed installazioni, le figure create da Nathalie Djurberg sembrano buffe e naif ma nascondono una potente carica erotica ed una valenza estetica decisamente violenta. I suoi personaggi preferiti sono infatti donne o giovani ragazze, impegnate in varie pratiche assai fuori dalle righe. Anche la natura è spesso uno dei soggetti ricorrenti nelle sue installazioni, come le gigantesche e variopinte formazioni floreali presentate a Venezia. Sculture fiabesche che nascondono però un retrogusto amaro, una sinistra essenza orrorifica che affascina e spaventa allo stesso tempo. Tra circa un mese (dal 26 agosto al 13 novembre 2011) la caleidoscopica artista svedese sarà ospitata al GL Strand di Copenhagen, dove oltre sarà presente la celeberrima video installazione Snakes Knows it’s Yoga, una vera e propria giungla dove soggetti come preti ortodossi, sacerdoti e ragazze seducenti si avvicendano in un coloratissimo labirinto visivo. Oltre  a tutto ciò sarà presentata una ricca selezione di opere filmiche dell’artista.

Nel mentre, fate ancora in tempo a visionare le opere di Nathalie Djurberg al Teatro Margherita di Bari, dove fino al prossimo 27 luglio 2011 l’artista è stata inserita all’interno di un’interessante mostra intitolata L’uomo senza qualità – The Man without qualities, curata da Luigi Fassi su progetto di Vito Labarile e Maurizio Morra Greco con il coordinamento di Paola Marino. Esito di un’inedita collaborazione fra tre istituzioni europee, il Malmö Konstmuseum in Svezia, il Comune di Bari e la Fondazione Morra Greco di Napoli, la mostra presenta per la prima volta in Italia una selezione di opere dell’istituzione svedese.

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