Giovedì difesa: Bitch slap

di Redazione 1

La parolaccia è possibile perchè è in inglese, infatti è uscito nelle sale con questo titolo.

Il film, se posso divagare è come la biennale di Sgarbi: non ha nessun senso, nessun tema e c’è dentro di tutto, tutti gli ingredienti che esistono. Solo che qui è quasi un pregio. Suppongo che Sgarbi non avesse la volontà né l’acume per concepire l’operazione come “operazione”, ovvero alla stessa stregua. Lì sembrava piuttosto al limite solo una provocazione o il voler dimostrare che nulla è nulla… che non sarebbe poi così sbagliato se lo avesse fatto Beckett.

Insomma la strada aperta da Tarantino e più ancora da Rodriguez non poteva non avere seguito.

Ma iniziamo col distinguere il trash volontario o meglio definiamo cosa è trash nel cinema. Da un lato ci sono le operazioni di non recitato targate Herzog prima, poi Ciprì e Maresco, che pagano una certa ideologia di crudezza, di mondo alla fine dei tempi visto senza filtro, girato per com’è o per come viene. Una sorta di trash del mondo. Nelle sue parti più ciniche addirittura vicino ai primi mai dire tv.

Ma altro succede al trash con il post moderno. Non si tratta in questo caso nè del detournement nè del ready made alla Grifi Barruchello. Anche lì infatti il punto di partenza è un crudo, un qualcosa di dato, servito, non per come viene bensì per come è stato girato ma da qualcun’altro, lo si mostra, lo si decontestualizza. Non ne sarebbe strettamente necessaria la bruttezza.

Qui invece si parla di un girato “alla maniera” dei vecchi film low badget. L’operazione segue tutt’altro filone, tutt’altra ideologia. Il presupposto rimane il gusto del crudo, del fatto male. Con Rodriguez e con l’ultimo Tarantino si realizza il sogno di “rivedere” ma fatto ex novo, non in alta definizione ma volontariamente casuale e sbagliato, quindi apposito, ripensato, re innescato.

A questo punto della storia arriva Bitch Slap, a far maniera di una cosa che era il manierizzare. Un film che non sa se essere erotico, azione, cazzotti, eroi, mitico, Kill bill o chi più ne ha… non lo sa e non sceglie.

Immaginatevi un Faster pussycat kill kill che ammicca alle Charlie’s angels (ma il film ultimo con Cameron Diaz e Lucy Liu) che a sua volta ammicca sia a Playboy late show (ma senza l’esplicito), sia a Hattori Hanzo che a sua volta aveva mille riferimenti.

In un certo senso è un film insensato quanto basta a me, brutto ma bello… ma io forse non sto benissimo.

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