Carl Andre al Museion di Bolzano

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Padre fondatore della Minimal Art, leggenda vivente, con le sue opere radicali Carl Andre ha rivoluzionato il concetto di scultura e influito fortemente sullo sviluppo dell’arte del XX secolo. A pochi mesi dal conferimento del prestigioso premio della Roswitha Haftmann Stiftung, il Museion di Bolzano dedica a questo importante artista americano la prima celebrazione museale in assoluto per l’Italia.

Più di venti sculture, opere di medie e piccole dimensioni dalla fine degli anni Cinquanta ad oggi provenienti da collezioni pubbliche e private verranno presentate dal 16 settembre nelle sale del Museion. Tra le famose installazioni di grande formato anche Wirbelsäule (colonna vertebrale) opera realizzata nel 1984 a Basilea, raramente esposta, che verrà presentata nello spazio pubblico davanti al museo. Particolare attenzione verrà dedicata ai Poems, opere testuali poco conosciute, ma di importanza fondamentale per il pensiero e l’arte di Carl Andre. In mostra anche una selezione di libri d’artista, tra cui quello dedicato alla città natale di Andre, “Quincy”, 1973.
“Usare i materiali come tagli inferti allo spazio piuttosto che tagliare nello spazio i materiali” – la frase dell’artista riassume la svolta compiuta nel 1959, quando Andre smette di scolpire e rivoluziona così il concetto di scultura stessa. L’artista respinge l’idea di dover sgrossare e modellare, unire le singole componenti di un’opera incollando o saldando; le sue sculture sono forme semplici, ottenute dall’accostamento di unità geometriche elementari.

I materiali vengono utilizzati senza manipolazioni, hanno le dimensioni e qualità previste dall’industria o artigianato – acciaio, rame o alluminio, pietra arenaria calcarea, gasbeton o grafite. Un’immanente materialità caratterizza le sue opere, che non hanno alcun intento narrativo o allusivo, ma dichiarano semplicemente se stesse come oggetti, per un’arte come fatto fisico, che non pretende di essere altro. Il primo passo in tale direzione è rappresentato dal gruppo di opere “Pyramids” le cui componenti costruttive sono della stessa forma e grandezza: non la saldatura, ma la semplice giuntura a incastro delle travi garantisce la stabilità del tutto.

La concezione di questi lavori è descritta efficacemente alla luce dell’opera Convex Pyramid del 2000 in mostra a Museion, ripetizione di una scultura eseguita per la prima volta nel 1959. Si tratta di un’opera verticale, quasi ad altezza d’uomo, costituita da elementi di legno squadrati, sovrapposti a croce gli uni sopra gli altri.
“Dalla scultura come forma alla scultura come struttura per approdare alla scultura come luogo”: è entrata ormai nei manuali di storia dell’arte la descrizione che l’artista ha fornito sull’evoluzione del proprio lavoro. Le sculture di Carl Andre non sono un oggetto da contemplare, ma un luogo in cui stare, muoversi e fare esperienza, in una relazione di contatto fisico. È un’arte che non colpisce e può passare inosservata, pur intrattendendo una relazione fondamentale con l’ambiente in cui si trova.

Al pianoterra di Museion il visitatore si trova inevitabilmente a camminare sulle 225 lastre in acciaio di 15×15 Napoli Square, 2010 e a girare intorno alle tre piramidi in legno di noce africana Glärnisch, Urn e Star, 2001. Al quarto piano percorre i 23 metri di lunghezza delle 46 unità di Roaring Forties, Madrid, 1988 o si muove tra le curve di 7 Part Sort, London, 1972.
In quanto luogo, i lavori a pavimento mettono irrimediabilmente in crisi il concetto di un unico punto di vista proprio della modernitá: la loro fruizione muta la percezione dello spazio in cui si trovano ed in cui si trova l’osservatore.

“Una mostra di Carl Andre nel 2011 vuole essere innanzi tutto un tentativo per rispondere con la sua opera alla sua stessa domanda: ‘che cosa è successo all’oggetto d’arte?’, ma anche una proposta per indicare il suo percorso artistico come una possibile e significativa via nell’era della comunicazione virtuale e di massa, come affermazione di un’arte che vuole cambiare il mondo, propugnando una relazione reale con esso”- così Letizia Ragaglia, direttrice di Museion.
Negli ultimi due anni Museion ha dedicato alla scultura e alle sue diverse declinazioni contemporanee diversi momenti espositivi – si pensi alle personali di artisti come Monica Bonvicini, Gabriel Kuri e Isa Genzken. Con l’esposizione di Carl Andre questo aspetto del programma acquisisce una dimensione storica.

 

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