Lo sciopero dei lavoratori Sotheby’s sbarca a Londra

di Redazione Commenta

Proprio nella settimana londinese caratterizzata dallo strapotere di mercato della grande kermesse Frieze, un fatto strettamente legato al mercato rischia di rovinare la festa ad uno dei suoi più celebri attori. Stiamo parlando della protesta che alcuni lavoratori di Sotheby’s U.S.A., succursale d’oltreoceano della prestigiosa casa d’aste, hanno trasferito in quel di Londra. Tutto è cominciato a New York verso la fine d’agosto. Circa 43 lavoratori del gigantesco brand internazionale hanno dato vita ad uno sciopero causato dal mancato rinnovamento del loro contratto, scaduto verso la fine di luglio.

I lavoratori hanno successivamente iniziato un picchetto di protesta, realizzando ad oggi il più longevo sciopero della storia di Sotheby’s. In sostanza questo agguerrito team appartiene alla categoria dei movimentatori, un profilo altamente specializzato che si occupa di “maneggiare” e spostare fisicamente le preziose opere messe in vendita dalla casa d’aste. La protesta ha poi avuto seguito grazie all’unione con il gruppo Occupy Wall Street, consulta cittadina che da giorni tiene in scacco le strade di New York, schierandosi contro le assurdità del governo americano. Occupy Wall Street ha fatto irruzione nella sede di Sotheby’s nel bel mezzo di un’asta, condannando duramente la condotta della multinazionale del mercato dell’arte. Ora tutto si è spostato a Londra: due membri del team di lavoratori U.S.A. Si sono uniti al team inglese per cercare di rompere le uova nel paniere a Sotheby’s proprio in questi giorni di grandi movimenti di mercato.

La casa d’aste però sembra giocar sporco e oltre a non rispondere alle richieste di lavoratori altamente specializzati che lavorano da più di 7 anni ha deciso di rimpiazzare gli stessi con alcuni operai presi in prestito dalla Crozier Fine Arts, altra azienda che si occupa di movimentazioni di opere d’arte. Questo di fatto è un grave affronto ad uno dei capisaldi del mondo del lavoro, sostituire lavoratori in sciopero è infatti un vero e proprio oltraggio. Noi di Globartmag siamo dalla parte degli art handlers in sciopero, speriamo solo che Sotheby’s accetti presto le loro richieste.

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