Enzo Cucchi è il protagonista della nuova stagione espositiva al MARCA di Catanzaro. L’artista, tra le personalità più note in ambito internazionale, ha realizzato per il museo di Catanzaro un progetto del tutto inedito con oltre 50 opere fra dipinti, sculture e ceramiche degli ultimi tre anni che, all’interno di una narrazione polisemica, superano ogni distinzione di genere.

La mostra, a cura di Achille Bonito Oliva e Alberto Fiz, s’inaugura il 17 dicembre e rientra nel progetto sulla Transavanguardia italiana ideato e coordinato da Bonito Oliva in occasione dei 150° anniversario dell’Unità d’Italia che prevede il coinvolgimento del MARCA insieme ad altre importanti istituzioni. Accanto alla rassegna storica sulla Transavanguardia italiana a Palazzo Reale di Milano, vengono organizzate le personali dei cinque artisti che hanno dato vita al movimento con Sandro Chia all’ex Foro Boario di Modena, Nicola De Maria al Centro Pecci di Prato, Mimmo Paladino all’ex-Gil di Luigi Moretti a Roma e Francesco Clemente a Palazzo Sant’Elia di Palermo.
La presenza di Cucchi al MARCA è stata fortemente voluta da Bonito Oliva e da Alberto Fiz. Proprio il direttore artistico del museo spiega la scelta: “Cucchi non è solo il protagonista di un’esperienza artistica che ha modificato radicalmente il rapporto con l’arte e la cultura superando ogni forma di retorica ideologica, ma è l’artefice di una ricerca dove l’immagine esprime la sua forza tellurica senza mai rinunciare al suo costante bisogno di meravigliare.”

Cucchi aggrega forme e materiali eterogenei uscendo da ogni forma di schematismo e lo spettatore viene accolto da Morsa, una grande composizione di quasi quattro metri sormontata da una rete metallica anch’essa dipinta che interferisce con la pittura sviluppando un’ipotesi costruttiva che prende le distanze da ogni forma di rappresentazione tradizionale potenziando l’autonomia dell’immagine.
Poco più in là è esposto Robin Wood, una grande opera inedita di oltre tre metri che viene presentata al MARCA per la prima volta. In questa circostanza è possibile rintracciare l’immagine di Vincent Van Gogh in un contesto naturale dove il volto del maestro olandese, impigliato tra le fronde degli alberi, è un’apparizione quasi clandestina che sottolinea il significato mitico della pittura.
Ciascun ambiente del museo viene reinterpretato in termini spaziali e architettonici e nella sala centrale si trova la Grande Porta, lamiera in metallo di oltre quattro metri dove si aggancia una serie di idoli in bronzo. “Sono sculture con le gambe che vanno in processione”, afferma Cucchi che ancora una volta traghetta le immagini creando opere plastiche imprevedibili da appendere che esprimono un bisogno ancestrale e primitivo.

Nelle sale del MARCA Cucchi sceglie d’intensificare l’immagine in un continuo rimescolamento dei generi dove le ceramiche (alcune nate in occasione di questa rassegna) appaiono reificate: gli elementi caratteristici della sua pittura si fanno presenza e s’identificano soggetti quali cani, galli, case, teschi, oltre ad architetture immaginarie come le Cattedrali, tutti inseriti all’interno di un’unica installazione. Il lavoro di Cucchi abbraccia la creazione nella sua totalità in una continua elaborazione e sovrapposizione di segni dove convivono suggestioni e ricordi differenti provenienti dalla storia dell’arte, dalle leggende, così come dalla cultura popolare.
Attratto dalla sinergia tra elementi in apparenza inconciliabili, la ceramica si presenta sotto altre forme nella serie dei Quadri politici svizzeri esposta in quest’occasione che si possono osservare attraverso una particolare struttura a cannocchiale. In queste opere, dove viene messa in discussione il punto di vista dell’osservatore, la ceramica è parte integrante della pittura determinando uno scavalcamento prospettico che investe le due tecniche. Sono miniature preziose che si sviluppano come estensione della memoria permettendo che si affaccino visioni impreviste di paesaggi o di figure.
Una mostra, dunque, dove Cucchi ha riorganizzato gli spazi del museo attraverso un progetto che apre nuovi interrogativi sul processo artistico e creativo.
In quest’ottica va collocata anche La Galleria di Enzo. Appunti di Pittura, una mostra che Enzo Cucchi, nella veste inedita di curatore, ha voluto realizzare insieme a Arianna Rosica nell’ambito del suo progetto proposto al MARCA.

Dal 17 dicembre al 29 gennaio 2012 un piano del museo è dedicato ad una riflessione sull’attualità del mezzo pittorico attraverso l’esposizione collettiva di un gruppo di giovani artisti tra i più promettenti della scena nazionale scelti dai due curatori: Lorenza Boisi, Gianluca Di Pasquale, Ivan Malerba, Angelo Mosca, Pesce-Khete e Michele Tocca. Tra loro s’intrufola anche Cucchi con un suo dipinto. Lo scambio generazionale prosegue e la rassegna è accompagnata da una specifica pubblicazione con un lungo dialogo tra gli artisti e i curatori dove si tenta di rispondere alla domanda ineludibile e urgente: “Ma che cos’è la pittura?”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>