Un’opera di Alison Schulnik copiata da una stampante in 3D

di Redazione Commenta

L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Questo il titolo di un saggio fondamentale di Walter Benjamin, filosofo tedesco che nel non troppo lontano 1936 descrisse l’avvento di nuove tecniche per produrre e conseguentemente riprodurre opere d’arte, aprendo un seminale dibattito sull’autenticità stessa dell’opera. Molti di voi conosceranno questo libro a menadito, altri l’avranno studiato fra i banchi delle accademie. Sta di fatto che un evento accaduto di recente potrebbe aggiungere un ulteriore capitolo a questo già di per sé esauriente testo.

Benjamin parlava di “perdita dell’aura” dell’opera d’arte, l’artista Alfred Steiner ha praticamente dato forma alle idee del grande filosofo. Tutto è cominciato alla mostra collettiva Guilty/ (not) Guilty, organizzata da Sarah Schmerler alla galleria Norte Maar di Brooklyn. Alla collettiva che si è riproposta l’obiettivo di indagare ciò che la società considera come ottime ragioni per fare arte, hanno partecipato Ellen Letcher, Francesco Masci, Alfred Steiner e Pablo Tauler. Proprio Steiner, come si diceva, ha deciso di mettere in mostra una copia di un’altra opera. L’artista ha infatti acquistato un’opera di Allison Schulnik, bravissima pittrice dallo stile materico ed inconfondibile, ed ha in seguito copiato l’opera con una ZPrinter, una speciale stampante in grado di stampare oggetti tridimensionali. Steiner ha poi esposto la copia assieme all’originale ed il risultato (stando alla foto che abbiamo pubblicato qui sopra) è senz’altro sbalorditivo. Con queste nuove stampanti è oramai possibile riprodurre fedelmente anche opere d’arte pittoriche.

Certo, la copia di Steiner è monocroma ma da qui a qualche anno siamo sicuri che le stampanti 3D riusciranno ad eseguire copie perfette utilizzando anche i pigmenti. Di questo passo per assicurarsi dell’autenticità di un’opera di Picasso bisognerà passarla ai raggi X.Eppure le copie in 3D potrebbero portare cambiamenti in positivo, magari in futuro musei ed istituzioni non dovranno preoccuparsi di prestare o chiedere in prestito preziose opere d’arte, con il rischio di danneggiarle o magari perderle, basterà stampare l’opera ed il gioco sarà fatto.

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