Orgoglio Italiano: Massimiliano Gioni curerà la Biennale del 2013

di Redazione 1

La Biennale di Venezia della povera Zia Bice Curiger sarà ricordata (o forse dimenticata) come una delle più tiepide di tutti i tempi, non un successo su scala mondiale come quella di Achille Bonito Oliva ne un fallimento totale come quella di Hans-Ulrich Obrist e Rirkrit Tiravanija bensì una linea ordinata senza troppe emozioni. Del resto sono sempre i primi e gli ultimi ad esser ricordati ma tutto ciò che rimane nel mezzo viene presto dimenticato.

L’unica nota dolente che terrà viva nella nostra memoria il ricordo della 54esima Esposizione internazionale d’Arte è il Padiglione Minestrone Italia™ di Vittorione Nazionale©, un disastro senza precedenti che ha contribuito ad affossare definitivamente la creatività del nostro martoriato Stivale. Eppure la speranza è sempre l’ultima a morire è come avevamo già scritto in un nostro precedente articolo, una volta toccato il fondo non c’è altro da fare che risalire. Ecco quindi che finalmente la Biennale gioca una carta importante che potrebbe gettare una luce di speranza per il versante italiano, già perché in queste ultime ore la prestigiosa kermesse presieduta dal redivivo Paolo Baratta ha nominato nientemeno che Massimiliano Gioni al timone della nave. Gioni non ha certo bisogno di presentazioni ed oltre ad essere il direttore più giovane della storia della manifestazione (39 anni) è senz’altro l’unico giovane italiano che può riaccendere la fiducia per il futuro dei giovani italiani. Con Massimiliano Gioni abbiamo l’opportunità di mostrare al mondo intero che in Italia non intendiamo l’arte contemporanea come la intende Vittorio Sgarbi.

Il giovane curator è inoltre uno dei pochi italiani ad aver “sfondato” all’estero e ad aver collezionato una serie di importanti rapporti con l’establishment artistico statunitense. Insomma la notizia è più che buona, ora non ci resta che attendere la nomina del curatore del Padiglione Italia e sperare nel meglio. Il 2013 ci offre una grande occasione, l’importante ora è non gettarla al vento.

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