Evan Penny al MARCA di Catanzaro

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Dopo il successo della personale dedicata a Enzo Cucchi, il MARCA di Catanzaro presenta Re Figured, la prima mostra pubblica in Italia dello scultore canadese Evan Penny, tra i maggiori interpreti dell’arte plastica contemporanea. Re Figured, che s’inaugura al MARCA sabato 21 aprile alle ore 18,30 per rimanere aperta sino al 30 giugno, è la più importante mostra realizzata sino ad ora dell’artista con oltre 40 opere accompagnate da una selezione di stampe fotografiche. I lavori sono in silicone, resina sintetica e bronzo e molti di essi hanno una dimensione monumentale con un’altezza di oltre due metri e mezzo come Aerial#2 o Stretch#1.

Sono opere in gran parte realizzate nell’ultimo decennio ma non mancano testimonianze precedenti che documentano l’evoluzione creativa di Penny. Non a caso si parte da Jim, una scultura del 1985 che lo scultore ha rivisitato nel 2011 realizzando Jim Revisited servendosi della scansione laser con aggiunta di capelli e peli.
“La mostra di Penny ribadisce il ruolo di primo piano raggiunto dal MARCA che ha realizzato un progetto così impegnativo insieme ad altri tre partner internazionali in una coproduzione insieme a Germania, Austria e Canada”, afferma Wanda Ferro Presidente della Provincia di Catanzaro. “Sono orgogliosa che sia il museo di Catanzaro ad imporre all’attenzione nazionale uno degli artisti che meglio hanno saputo rinnovare il linguaggio plastico attraverso opere sperimentali in grado di coinvolgere il pubblico attratto da un realismo solo apparente.”

Il percorso espositivo si sviluppa nei differenti ambienti del MARCA entrando in relazione anche con la collezione di arte antica esposta in permanenza all’interno del museo. Si crea, dunque, un dialogo straniante tra le sculture di Penny e i gessi di fine ‘800 e inizio ‘900 di Francesco Jerace attraverso un allestimento del tutto originale. Le sculture di Evan Penny ritraggono il corpo umano nei minimi dettagli, fino all’ultimo capello, con tutte le rughe e i caratteri distintivi. Le sue figure, alle quali applica sapientemente strati di silicone e pigmenti, esprimono una presenza ossessivamente sensoriale. Eppure, il loro grado di artificio appare evidente in un’ambiguità consustanziale alla rappresentazione.

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