Quando l’arte non paga

di Redazione Commenta

I giovani artisti se la spassano, sempre impegnati in scoppiettanti manifestazioni, party dopomostra, relazioni con collezionisti e viaggi in tutto il mondo. In più, vuoi mettere lo charme dell’artista maudit chiuso nel suo studio a creare chissà quale diavoleria? Bene se quanto scritto qui sopra fosse vero, essere artisti sarebbe l’occupazione più ambita del momento ed ogni genitore sarebbe fiero di avere un figlio artista in famiglia.

Purtroppo le cose non stanno esattamente così. Essere giovane artista oggi significa mettersi l’anima in pace per quanto riguarda le future retribuzioni. Già perché a guadagnarci sul serio nel dorato mondo dell’arte sono veramente in pochi, gli altri sono costretti a sbarcare il lunario come possono. La scorsa settimana l’associazione americana W.A.G.E. (che suonerebbe anche come paga in italiano) ha redatto un sondaggio prendendo in esame 577 giovani artisti. Obiettivo del sondaggio è ovviamente quello di capire quanti di essi vengono in qualche modo retribuiti (o le loro spese vengono coperte ad esempio la produzione delle opere) dalle gallerie che ospitano le loro mostre. Ebbene i risultati sono a dir poco scioccanti. Alla domanda: avete mai ricevuto qualche forma di pagamento per la partecipazione ad una mostra? Le risposta è stata No per il 58.4% degli artisti intervistati e SI per il 41.6% un dato a dir poco vergognoso, visto quanto costa produrre una serie di opere per una mostra.

Di questo famoso 58.4% che è riuscito a farsi retribuire dalla propria galleria per una mostra personale, il 16.3% ha ricevuto un rimborso di 2000 dollari mentre il resto della ciurma naviga attorno a cifre dai 300 ai 1500 dollari. Insomma si tratta sempre di cifre molto modeste che spesso e volentieri vanno a coprire una piccola parte delle spese per i materiali, per le spedizioni, e quanto altro. Da notare che solitamente se una galleria produce le opere, nel momento della vendita delle stesse la percentuale per l’artista si riduce drammaticamente, quindi spesso il gioco non vale la candela. Insomma altro che star del contemporaneo, i giovani artisti sono messi peggio dei Co.Co.Co.

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