Quando l’artista diventa una multinazionale

di Redazione Commenta

La scena dell’arte internazionale è ormai monopolizzata dai grandi nomi. Queste vere e proprie star del contemporaneo sono divenute talmente celebri e richieste che la loro figura è divenuta simile a quella di un grande brand, di una multinazionale per intenderci. C’è da dire inoltre che le star del contemporaneo si comportano in tutto e per tutto come aziende leader del settore.

 Prendete ad esempio il nostro Damien Hirst, il suo studio è composto da numerosi assistenti che ultimamente hanno lavorato di buona lena per completare tutti gli Spot Paintings da esporre simultaneamente in tutte le Gagosian Galleries sparse per il globo. Hirst per sua stessa ammissione ha dichiarato di non metter più mano al pennello da diverso tempo. David Hockney al solo sentore di queste parole si è letteralmente scandalizzato ma c’è veramente poco di cui scandalizzarsi. Anche il nostro Jeff Koons è dotato di un agguerrito studio che porta a termine tutti i lavori “sporchi”. Ad esempio per creare le celebri sculture Balloon Dog, ogni assistente progetta la sua bella opera al computer e successivamente il disegno CAD viene inviato alle industrie specializzate che procedono alla produzione della scultura. Del resto anche i grandi studi d’architettura funzionano alla stessa maniera, impossibile pensare che gente come Zaha Hadid segua in prima persona ogni sviluppo di un determinato progetto. Ultimamente una nuova star del contemporaneo ha deciso di iscriversi nella cerchia delle multinazionali dell’arte.

Parliamo di Anish Kapoor che in una manciata di mesi ha portato a compimento alcuni grandi progetti, altrimenti impossibili senza l’aiuto di uno studio ben attrezzato. Dalla meravigliosa installazione Ascension, presentata all’Abbazia di San Giorgio Maggiore nel contesto degli eventi collaterali della 54. Biennale di Venezia passando per l’Orbit simbolo delle Olimpiadi di Londra, il caro e vecchio Kapoor non si è fermato un secondo. Inoltre l’artista è attualmente in mostra alle 2 sedi della Gladstone Gallery di New York con due serie di sculture diametralmente opposte. Talmente dissimili da sembrare opere di artisti diversi, o forse lo sono?

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