Ricordando Clyfford Still, la star che decise di non essere star

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Conoscete Clyfford Still? No? Ebbene possiamo solo dirvi che egli è stato uno dei più influenti artisti del 20° secolo. Già, non si tratta di un’esagerazione, poiché dopo aver preso le distanze da fama e fortuna, Still sta oggi riguadagnando il terreno perduto. Eppure il nostro sfortunato ma talentuoso artista (scomparso nel giugno del 1980) è stato uno dei pionieri dell’espressionismo astratto. Già dalla metà degli anni ’30 Still aveva cominciato a dipingere opere che tendevano all’astrattismo; tuttavia, fu soltanto negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, dopo aver conosciuto Jackson Pollock e Mark Rothko, che sviluppò pienamente il nuovo e potente stile che lo avrebbe reso famoso: l’espressionismo astratto.

Queste amicizie furono molto importanti per il suo sviluppo artistico: la sua pittura a grandi campi irregolari di colori densi, attraversati da lacerazioni della materia e accesi da intensi contrasti cromatici, accetta solo in parte lo stile dell’action painting di Pollock per avvicinarsi al color field painting di Rothko e di Barnett Newman. Tuttavia, mentre Rothko e Newman organizzano i loro colori in un modo relativamente semplice (Rothko sotto forma di rettangoli nebulosi, Newman in linee sottili su ampi campi di colore), le disposizioni di Still sono meno regolari, con lampi appuntiti di colore che danno l’impressione che uno strato di colore sia stato strappato dalla tela, rivelando i colori sottostanti. La prima mostra personale dell’artista nel 1943 a San Francisco fu un grande successo e le mostre successive lo proiettarono nell’olimpo dell’arte.

A partire dagli anni seguenti i collezionisti cominciarono a sborsare ingenti somme per aggiudicarsi le sue opere.  Nel 1951, dopo esser divenuto uno dei grandi protagonisti dell’artesistema dell’epoca, Still decise di mollare tutto, e lo fece scrivendo una lettera al suo agente Betty Parsons: “Con tutto il dovuto rispetto ho deciso di allontanarmi dall’aspetto commerciale del mondo dell’arte. Esporre le mie opere all’interno di un network di associazioni e trattarle come un comune bene di mercato non è solo un’attività futile ma anche disturbante”. Un gesto difficile da comprendere, specialmente in un mondo dove gli artisti sono sempre più ossessionati dalla pubblicità e dall’ostentazione della propria immagine. Oggi, a distanza di 30 anni dalla sua morte, Still è ridiventato un campione del mercato e nel 2011 un suo dipinto è stato battuto all’asta per circa 114 milioni di dollari. Tutto questo sarebbe poco importato ad un campione di discrezione come lui. Ciò che realmente importa è la sua eredità culturale: 825 dipinti e 1600 disegni donati alla città di Denver, che ha istituito il Clyfford Still Museum, dove l’arte del grande pittore è finalmente libera da ogni forma di commercializzazione.

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