Come ti blocco il museo

di Redazione Commenta

I nostri assidui lettori avranno sicuramente notato la presenza della miniserie Confrontations all’interno del nostro beneamato blog. Ebbene, quello che però andrebbe attentamente discusso è il problema della direzione del museo di turno. Già, i musei in Italia offrono ben poco in fatto di programmazione ma spesso la colpa non è dei direttori. Tirare avanti la baracca non è certo facile, anche se si è dotati di sovvenzioni pubbliche e piccoli sponsors privati.

Nella maggior parte dei casi le sovvenzioni pubbliche servono a malapena a ripagare i servizi che servono a tenere in vita l’istituzione, stiamo parlando delle pulizie, dei trasporti ed in particolare della guardiania. Questi servizi , se sommati assieme, raggiungono costi a sei zeri. Ora il problema è capire se questi benedetti costi siano reali o gonfiati dalle amministrazioni. Poi ci sono gli stipendi del personale, il direttore solitamente guadagna sui 100 euro ed il resto dello staff si attesta più o meno su questa cifra. Ne consegue che un’altra cifra a sei zeri se ne va per tener in vita il nucleo organizzativo museo.  Eccoci giunti finalmente alla programmazione, i soldi sono pochi e bisogna ripiegare su qualcosa di non troppo dispendioso. Molti però preferiscono acquistare pacchetti-mostra belli e pronti che costano uno sproposito, ecco quindi che la programmazione si riduce a due-tre mostre l’anno con vendite di biglietti bassissime.

Questo accade nella migliore delle ipotesi visto che in molti musei non si fa nemmeno  in tempo a stilare una vera e propria programmazione espositiva. Già, i balletti di poltrone nel mondo della politica si riflettono anche sui poveri musei, con conseguente cambio di direzione  assai frequente. Senza una direzione stabile è impossibile effettuare un piano culturale degno di questo nome. Aggiungiamoci poi che in taluni casi, vedi EX3 di Firenze, i musei vengono definitivamente chiusi per mancanza di fondi, e la pizza è servita. Peccato che perderci come sempre è il povero cittadino – contribuente, sempre più truffato dal museo inesistente.

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