Gli artisti? mandiamoli tutti in analisi!

di Redazione 1

 

E se le ricerche creative dei più grandi maestri del contemporaneo fossero solo fissazioni? Parliamo di vere e proprie monomanie capaci di trasformare gli artisti in casi clinici degni di comparire su un bel libro di Oliver Sacks. Già, anche noi come il celebre neurologo e scrittore inglese proviamo una grande meraviglia per la molteplicità dell’universo ma questi disturbi ossessivi compulsivi che di quando in quando colpiscono gli artisti andrebbero accuratamente monitorati.

Prendiamo ad esempio Chris Burden inizi carriera: tra spari, crocifissioni e scariche elettriche ce ne sarebbe abbastanza per scrivere un lungo trattato sull’autolesionismo. Stesso discorso si potrebbe fare per gente come Gina Pane o Marina Abramovic, quest’ultima con The Artist is Present ha mostrato chiari segni di catatonia. C’è poi chi ha vere e proprie manie per gli oggetti, stiamo ovviamente parlando di Joseph Beuys e la sua fissazione per il grasso e per il feltro causata da un evento traumatico. Stessa fissazione anche per Matthew Barney, perennemente alle prese con vaselina, silicone ed altre plastiche semiliquide. Damien Hirst di fissazioni ne ha sviluppate ben tre: quella per gli animali squartati, quella per i dipinti a pallini ed a macchie e quella per gli armadietti di medicinali, chiari sintomi di un’ipocondria neanche troppo latente.  

Jeff Koons è chiaramente affetto da infantilismo cronico e tutte quelle gigantesche sculture colorate (come Puppy) ne sono un chiaro esempio. Stesso disturbo per Takashi Murakami, anche lui creatore di coloratissimi pupazzetti legati all’universo manga. Ma la prognosi sarebbe ancora molto lunga per tanti altri maestri del contemporaneo. Pensate ad esempio ad On Kawara ed alla sua ossessione di dipingere date, a Christian Boltanski ed alla sua mania di ammassare foto abiti usati, a Orlan ed alla sua continua ricerca della perfezione fisica tramite la chirurgia estetica. Christo impacchetta tutto, Arman spacca gli oggetti, Manzoni inscatola escrementi. A pensarci bene si potrebbe aprire un bel reparto di strizzacervelli per i protagonisti arte contemporanea.

 

 

 

 

Commenti (1)

  1. È un argomento, quello della fissazione artistica, che mi è sempre interessato, in quanto non ho mai accettato l’idea che proprio un artista possa resistere alla tentazione, alla naturale inclinazione per l’eclettismo o per la sperimentazione.

    Salvo rari casi, però, non si tratta di vera monomania compulsiva, bensì, come ben noto nel “sistema dell’arte”, è una finzione, che ha la sua causa in quella deprecabile e presunta necessità per cui gli artisti, in nome della riconoscibilità e delle richieste del mercato (i clienti) che vuole stereotipi, devono perseguire pedissequamente una loro “cifra stilistica” personale.

    JlZAlN0

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