Quelli che hanno rovinato l’arte parte seconda

di Redazione 3

Si diceva dunque di quelli dell’arte che hanno rovinato l’arte e adesso pretendono attenzione dal governo, supporto dalle istituzioni, unità da parte di tutti i lavoratori del settore, artisti compresi. Andrebbe detto che il peccato più grande di questi individui è appunto l’ostinata ricerca di attenzioni e coccole dalle istituzioni quando le istituzioni in realtà sono loro. In Italia si cerca sempre il supporto di qualcuno al di sopra, andare avanti con le proprie gambe sviluppando progetti che possano piacere anche al pubblico non è un’ipotesi contemplata. Si aspetta sempre la sovvenzione, la promozione, la pacca sulle spalle invece di pensare a lavorar sodo. I progetti curatoriali possono esser portati avanti anche con pochi soldi, l’importante è che venga coinvolto il pubblico, lasciato indietro da sin troppo tempo. Per coinvolgere il pubblico bisogna per forza di cose riportare attenzione sull’opera e sull’artista. Già, opera ed artista dovrebbero essere naturalmente i protagonisti assoluti di un evento d’arte contemporanea ed invece questi Batman dell’arte sono riusciti a mescolare le carte in tavola, proponendo la loro visione curatoriale come unica opera in mostra. Qui, in questa bella Italia, sono riusciti a convincerci che la pittura fa schifo, che è roba da retrogradi, ed invece basta mettere il naso fuori dal vicinato per accorgersi che all’estero la pittura va fortissimo, guardatevi le mostre in programma a Londra o a New York e fatevi un’idea di cosa propongono le gallerie, ci vuol poco a comprendere che la maggior parte del loro programma è costituito da mostre di pittura. Queste mie parole potrebbero sembrar delle banalità esacerbanti per i nostri Batman sempre impegnati a legger riviste volutamente incomprensibili e a promuovere politiche criptiche. Eppure avremmo tanto bisogno di banalità, di opere che comunicano un messaggio e a volte una speranza. L’essere umano ha da sempre usato l’arte per comunicare, le pitture rupestri ne sono una prova tangibile, oggi l’arte non deve comunicare, questo ci hanno detto. Questa metodologia del contemporaneo ha sviluppato comportamenti che hanno massacrato la nostra scena. Ora questi Batman farebbero bene a tornare nelle loro Bat-caverne.

Micol Di Veroli

Commenti (3)

  1. Ti amo…è tutta la verità

  2. Ben detto
    ma non preoccuparti Micol, vedrai che da un giorno a quell’altro si metteranno a fare tutti i pittori, trasformazione garantita da tutti quei geni di curatori con scarpe da ballerina che in questi anni ne hanno decretato la morte, ostentato la validità, snobbato il processo vitale.
    Ah! ovviamente parleranno di pittura concettuale..altrimenti ad artissima come li vendono i quadretti

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