Quella brutta abitudine dei consigli per gli acquisti

di Redazione Commenta

 

Comprate questo, anzi no, comprate quest’altro. Ultimamente la stampa di settore (e non) sembra esser divenuta un gigantesco contenitore di consigli per gli acquisti. Dal curatore rampante, passando per il gallerista storico ed il collezionista-mecenate sino a giungere al’esperto giornalista, ognuno ha il suo artista da proporre all’ignaro lettore ed ognuno è convinto di puntare su di un cavallo vincente. Gli artisti sono sempre diversi in base alla cordata di appartenenza e quasi sempre giovani.

All’estero si sono visti di rado ma, non si sa per quale bizzarra formula di mercato, sono loro quelli da comprare. Fuori dai nostri confini, dicevamo, nessuno di loro ha mai partecipato ad un’asta ed a cercar i loro nomi all’interno dei roster delle più blasonate gallerie internazionali si perde tempo e null’altro. Non vengono mai nominati dai magazines stranieri, non fanno mostre nei musei oltreconfine e non partecipano a grandi manifestazioni come Documenta o quanto altro. Ma i collezionisti ed i curatori nostrani insistono nel definirli i next big thing dell’arte contemporanea. Le proposte del curatore/gallerista/collezionista/giornalista di turno sono sempre formulate in tal guisa: “Io punterei su XXX, in questi ultimi tempi sta facendo molto bene, ha vinto il premio YYY ed è rappresentato da un’importante galleria italiana. Prossimamente parteciperà ad una grande collettiva al museo ZZZ.” Nella maggior parte dei casi queste saranno le ultime attività del nostro povero artista, perché queste previsioni sembrano pure portar iella.

Già perchè questi consigli sono fin troppo simili a quelli già largamente profusi negli anni novanta e miseramente lacerati dalle fredde lame del tempo, chi ha comprato quei nomi all’epoca si ritrova oggi con un pugno di mosche. Consigliare serve a poco se poi non si supportano i consigliati in maniera adeguata, ma dalle nostre parti ognuno cura il proprio orto ed allora tutto suona falso come una qualsiasi televendita di terz’ordine. Le previsioni in questo paese non hanno mai funzionato granché e fidarsi di qualcuno che deve per forza di cose ostentare ad ogni piè sospinto i suoi consigli per gli acquisti è la prova provata di un’insicurezza di fondo tenuta in bilico su di uno slogan pubblicitario.

Micol Di Veroli

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