Vendere quadri ed opere d’arte in asta: consigli utili

di K Art Commenta

Il mercato dell’Arte nel corso degli ultimi anni è decisamente cambiato. Se in passato, parliamo ormai di inizio anni 2000, il circuito principale per la compravendita di opere era rappresentato dalle gallerie d’arte, oggi vediamo una grandissima diffusione e crescita del cosiddetto mercato secondario dell’arte.

Con questo termine si fa riferimento al circuito di aste, sia tradizionali che online, che si susseguono ogni giorni per le diverse tipologie di “prodotti”: dall’antiquariato all’arte moderna e contemporanea, fino ad auto, gioielli e vino.

Vendere quadri

Un mercato che oggi è popolato da un numero sempre maggiore di operatori, dalle case d’aste presenti da decine di anni (basti pensare ad Il Ponte Aste, Cambi, Farsetti, Pananti per citare solo alcuni esempi) fino a realtà lanciate più recentemente e che stanno facendo numeri di sicuro interesse.

Se il COVID, inoltre, ha danneggiato in modo significativo moltissimi settori questo non è accaduto per il mercato secondario dell’arte che, in media, ha riscontrato un volume di transazioni e profitti addirittura maggiori rispetto agli anni precedenti.

A questo, inoltre, ha contribuito la digitalizzazione e la diffusione dei servizi di aste di arte online. Ormai tutte le principali case d’aste dispongono di un proprio portale dove presentare il catalogo d’asta, raccogliere offerte e gestire la diretta streaming. A ciò si aggiungono tutti i servizi a supporto dell’attività delle case d’aste tra cui, per citare i più conosciuti sul mercato italiano, ricordiamo ArsValue e Bidspirit.

Questa situazione di crescita, quindi, può volgere a favore anche di coloro che desiderano monetizzare dalla vendita di quadri o opere d’arte di proprietà. La situazione classica è quella di eredità ricevute per opere acquistate nel corso degli anni ma anche quella di collezionisti che desiderino “liberarsi” di opere per poter reinvestire nuovamente sul mercato a caccia del pezzo giusto per la propria collezione.

La domanda che si pone è: come funziona la vendita di quadri e opere d’arte in asta? Quali sono i vantaggi ed i passi da seguire per approcciarla nel modo corretto?

Con questo approfondimento l’obiettivo è quello di fornire una serie di spunti che possano essere utili concretamente e riescano a rispondere alla domanda: come vendere un quadro o un’opera d’arte in modo corretto e vantaggioso?

Come definire il prezzo di vendita

Come in ogni transazione di natura commerciale c’è un elemento assolutamente centrale: il prezzo.  Per quadri, sculture, fotografie ed opere d’arte in genere questo è decisamente più difficile ma non certamente impossibile.

Un primo consiglio è quello di rivolgersi alle stesse case d’asta. Nella fase di raccolta opere per la vendita in asta, infatti, lo staff di ognuna offre valutazioni gratuite e professionali che risultano decisamente utili. Grazie ai moderni strumenti (mail, sito internet e Whatsapp) ormai è possibile richiedere valutazioni anche a distanza senza la necessità di consegnare fisicamente le opere. E’ sicuramente un primo canale da sfruttare che richiederà l’investimento di tempo nell’identificare gli interlocutori giusto e nel gestire le comunicazioni. Solitamente alla fine di questo iter la casa d’aste, se dimostra interesse per le opere, propone un valore di base d’asta, ossia il prezzo minimo di vendita, oltre a una stima del valore che l’opera potrà avere sul mercato.

Ma come trovare quotazioni di pittori ed artisti in completa autonomia? Per coloro che non sono operatori del settore esistono dei servizi, ad abbonamento, che realizzano ogni giorno un’analisi del valore di mercato delle opere d’aste basandosi sulle aggiudicazioni in asta.

Quello decisamente più famoso è il già citato ArtPrice: servizio con sede in Francia è il primo che ha lavorato in questo settore di mercato e raccoglie i dati di centinaia di case d’asta in tutto il mondo. Un database enorme per un servizio il cui limite, se dobbiamo trovarne uno, è quello di essere pensato principalmente per gli operatori del mercato (gallerie d’arte, mercanti e le stesse case d’asta) piuttosto che per il singolo collezionista o per coloro che desiderano avere un valore per le opere d’arte che possiedono.

Recentemente abbiamo utilizzato ValutaOpere un servizio che analizza il mercato dell’arte in Italia, con un focus esclusivo sull’arte moderna e contemporanea (ossia artisti italiani ed internazionali nati dal 1850 ai giorni nostri). Mostra prezzi medi e valori di aggiudicazioni per tipologia di opera in modo semplice, con grafici che consentono di capire l’andamento del mercato. Come abbiamo fatto per Artprice se anche in questo caso dobbiamo trovare un limite è quello di avere come focus il solo mercato italiano. Del resto, però, è decisamente più che sufficiente nella maggior parte dei casi oltre che una scelta strategica che consente di analizzare in modo approfondito il contesto di riferimento.

Altro servizio, purtroppo non molto sviluppato negli ultimi anni, è Arcadja. Il funzionamento è analogo ai precedenti con il limite indicato.

Quello che consentono di fare tutti i servizi citati, però, è una cosa molto utile: arrivare al contatto con la casa d’aste con le idee già chiare su quello che potrebbe essere il valore di mercato delle opere che si possiedono.

Quale casa d’aste scegliere (in base alla tipologia del bene da vendere)

A chi affidare la vendita in asta? Anche questo è un elemento centrale. Qua non esiste una risposta univoca dal momento che le singole case d’asta hanno un focus solitamente specifico su alcune categorie anche se le più conosciute lavorano in più settori.

Il consiglio in questo caso è quello di analizzare le aste passate per cercare di capire su quale categoria siano più forti. Ad esempio se ci troviamo a vendere un quadro di un artista di metà secolo scorso sarà necessario rivolgersi a chi è specializzato in arte moderna e contemporanea.

Per fortuna il web aiuta e le case d’asta solitamente lasciano pubblicate online i link ai cataloghi d’asta passati. Un ottimo punto di partenza per la valutazione, il resto lo farà il contatto diretto con la richiesta di valutazione dell’opera.

Il Mandato a vendere e le commissioni d’asta

Una volta che si è arrivati ad un accordo sulla base d’asta è necessario formalizzarlo. Il documento che viene utilizzato da tutte le case d’asta è il cosiddetto mandato a vendere. Con questo, come suggerisce il nome, il mandante (ossia proprietario dell’opera) incarica della vendita la casa d’aste.

Sul documento saranno indicati una serie di elementi tra cui:

  • Dettagli del mandante
  • Dettagli dell’opera o delle opere inserite in asta (artista, titolo, dimensioni, tecnica, supporto, certificazioni)
  • Commissione prevista per la casa d’aste
  • Durata del mandato a vendere

Per quanto riguarda le commissioni non ne esistono di standard valide in tutti i casi dal momento che differiscono a seconda della casa d’aste e dell’accordo che si trova con il mandante. Solitamente vanno dal 5% al 30% ma è un range molto ampio in cui muoversi.

Conclusioni

Come in ogni trattativa commerciale anche per la vendita di quadri ed opere d’arte i passaggi da compiere sono più o meno gli stessi. La differenza, in questo caso, è rappresentata dalla definizione del prezzo sulla quale il mandante deve avere piena voce in capitolo.

Sempre più persone trovano oggi soddisfazione economica dalla vendita in asta e siamo sicuri che, seguendo i consigli di questo approfondimento, si otterrà un ottimo risultato.

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