Multe agli amanti dell’arte e censure online, la scena contemporanea è anche questa

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Il mondo dell’arte contemporanea non è certo avaro di stranezze e singolarità. Inutile aggiungere quindi che in questi ultimi giorni ne sono accadute di cotte e di crude in tutto il globo. Ma bando alle ciance e passiamo dalle parti di Londra per vedere cosa è successo. Il sindaco Boris Johnson è insorto assieme a tutta la comunità artistica contro il Westminster Council. Il centrale della questione riguarda la decisione presa della istituzioni di far pagare il parcheggio nei weekend e la sera, con prezzi salatissimi che si aggirano attorno alle 5 sterline l’ora dalle sei e trenta del pomeriggio fino alla mezzanotte dal lunedì al sabato e dall’una del pomeriggio fino alle sei del pomeriggio di domenica.

Uno stillicidio per chi vuole recarsi a visitare importanti musei ed istituzioni come il V&A, la National Portrait Gallery, la Royal Opera House e le tante gallerie private della zona. “E’ una follia” ha tuonato Johnson, ma a rimetterci come al solito è il povero contribuente che non potrà nemmeno godersi una mostra in santa pace. Dalle parti degli Stati Uniti invece si è consumato l’ennesimo atto di censura, questa volta ai danni della performance artist Amber Hawk. L’artista aveva programmato una performance con una bambola gonfiabile in lattice da trasformare in una replica di un’orca (strano a dirsi ma è così). La performance doveva andare in streaming sulla piattaforma gratuita Ustream ma dopo due ore i vertici del sito hanno bannato l’artista per “aver violato i termini di servizio”.

Nel mentre Blake Gopnik, giornalista di Art Beast chiede al suo pubblico: “perché l’arte è così costosa?”. Il suo articolo stracolmo di banalità continua con un elenco di opere celebri e costosissime. Nello specifico Gopnik si chiede perché un armadietto di medicinali creato da Damien Hirst dovrebbe costare un milione e mezzo di dollari. Forse qualcuno dovrebbe spiegargli che il mercato dell’arte contemporanea purtroppo funziona  così.

 

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