Ben Lewis e la bolla dell’arte

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 Il critico d’arte e filmmaker Ben Lewis ha passato tutto il 2008 seguendo il boom del mercato dell’arte contemporanea, dal suo picco in maggio sino al collasso in ottobre. Il risultato di tutto questo impegno è un divertente documentario dal titolo The Great Contemporary Art Bubble in onda in questi giorni sulla BBC inglese.

La bolla speculativa di cui parla il documentario si riferisce ad una tendenza partita circa cinque anni fa quando si incominciò ad avvertire un pazzo interesse per l’arte contemporanea che fece rialzare di milioni di sterline le opere di Andy Warhol, Francis Bacon e Mark Rothko, vendute all’asta ad oltre 30 milioni di sterline sopra il loro prezzo di partenza. Nel settembre del 2008 la bolla raggiunse il suo climax quando Sotheby’s riuscì a vendere opere di Damien Hirst per un totale record di 111 milioni di sterline.

In concomitanza con la crisi economica nei primi mesi del 2009 la bolla è scoppiata e di conseguenza tutti i prezzi sono stati dimezzati del 50 per cento. Ovviamente Ben Lewis è stato tutto il tempo li ad osservare e filmare tutto. Nella sua piccola odissea il regista inglese ha visitato aste, fiere dell’arte, gallerie e case di importanti collezionisti di tutto il mondo alla ricerca delle ragioni nascoste dietro questo misterioso boom economico dell’arte.

Lewis ha intervistato importanti dealers e analisti di mercato scoprendo un mondo straordinario di inusuali pratiche di mercato, speculazione e segreti. Ma non è stato facile come afferma Lewis stesso: “Sono stato ostacolato nelle mie ricerche da quella che chiamo l’omertà del mondo dell’arte. Il codice di questa omertà ha tre regole fondamentali: primo, non si rilasciano dichiarazioni, secondo chi rilascia dichiarazioni solitamente afferma che la compravendita d’arte non ha niente a che vedere con la finanza o il business, terzo ognuno mantiene il patto segreto di non criticare un’artista presente sul mercato”.

Lewis afferma inoltre che molti protagonisti del mondo dell’arte hanno rifiutato di farsi intervistare, tra la lista nera figurano Jeff Koons, Matthew Slotover presidente del magazine e della fiera d’arte Frieze, il direttore del Tate Nicholas Serata ed il nostro beniamino Damien Hirst.

A questo punto speriamo di poter mettere presto le mani su una copia del documentario per placare la nostra sete di curiosità.

Photo: Ben Lewis

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