La maledizione di Monna Lisa ha rovinato il mercato dell’arte

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In questi ultimi tempi di alti e bassi nel mercato internazionale dell’arte, sarebbe opportuno fare più chiarezza piuttosto che correre di volta in volta dietro agli inglesi  o ai cinesi. Dopo la fine della bolla speculativa molti collezionisti si saranno sicuramente meravigliati di veder crollare le quotazioni dei loro Damien Hirst ma se i ricconi possono sempre puntare su di un altro cavallo, i piccoli e medi collezionisti non possono certo permettersi di sbagliare all’infinito. I “fenomeni” in arte vengono creati di continuo poichè solitamente in mercato tende a spettacolarizzare troppo i suoi attori.

Questa pratica è stata largamente evidenziata da Robert Hughes,un critico d’arte australiano che ormai da più di trent’anni vive e lavora a New York, scrivendo testi decisamente interessanti e collaborando con importanti testate come il Time Magazine. Nel suo documentario intitolato The Mona Lisa Curse (la maledizione di Monna Lisa), Hughes parla di questa forma di spettacolarizzazione e speculazione etichettandola appunto come la maledizione di Monna Lisa. Questo perchè quando il famoso dipinto di Leonardo Da Vinci fu messo in mostra a New York fu trattato come una star del cinema e molti dicevano di averlo visto anche se in realtà non l’avevano visto affatto. Insomma è una pratica assai diffusa quella di creare un vero caso attorno ad un’opera o per meglio dire attorno ad un dato artista per poi far accrescere a dismisura le sue quotazioni. Ed è normale che molti collezionisti siano attratti da quell’artista, poichè comprando una sua opera ci si aspetta un grande ritorno economico, cosa che molto spesso non accade poichè le bolle sono destinate a scoppiare.

Hughes definisce quello dell’arte come un mercato senza regole, secondo solo a quello della droga, dove “i collezionisti alle  aste si mettono di comune accordo e alzano le offerte delle opere degli artisti che già possiedono in collezione in modo da far alzare anche le quotazioni di altre opere già possedute che vengono poi rivendute in massa. Una volta che tutte le opere di un dato artista sono vendute il mercato si intasa e le quotazioni cominciano a scendere vertiginosamente. Ma il ricco collezionista non fa altro che puntare su di un un nuovo artista da inflazionare”. Vi raccomandiamo la visione del documentario ed anche se esso non può essere preso come regola, aiuta comunque a chiarire alcune malizie e scorrettezze di mercato che solitamente rimangono impunite.

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