Padiglione Italia alla Biennale: 1 artista o chiudetelo – parte 2

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Vorrei ricordare che durante l’edizione capitanata dal Vittorione Nazionale© con duemila artisti, la stampa estera si è dilungata in un tiro al bersaglio desolante che ha svilito la reputazione di un padiglione già miserrimo. La passata edizione non ha sistemato le cose ed andando a ritroso nel passato prossimo non si trovano fulgidi esempi di grandeur curatoriale se non per l’ottima edizione 2007 curata da Ida Giannelli con il duo Penone/Vezzoli. La soluzione per riportare un poco di attenzione sul nostro padiglione Italia sarebbe quindi quella di tentare il “salto nel vuoto” e presentare un solo artista con un progetto ben strutturato. Basti pensare che l’ultimo Padiglione Italia con un solo artista risale al 1922, una dedica postuma al compianto pittore Giuseppe Ferrari. Sarebbe interessante comprendere quali siano le ragioni dietro l’ostinazione di voler puntualmente presentare un manipolo di personaggi, alcuni dei quali sono rimasti all’interno dei confini nazionali senza mai fare il salto di qualità. Una folla di artisti diviene una nuvola nera senza nome che nessuno mai ricorderà ed allora meglio sarebbe chiuderlo questo padiglione, lasciando all’Italia il ruolo di paese organizzatore della manifestazione ed evitando così alla nostra nazione il solito nugolo di critiche negative da parte delle testate internazionali. Ovviamente si tratta di una provocazione ma è certo che il primo curatore capace di presentare un solo artista avrà la gloria imperitura. Sia che fallisca o che presenti un buon progetto, questo eroe verrà ricordato per sempre negli annali della Biennale.

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