Il pubblico che fugge dalla video arte

di Redazione Commenta

La video arte è una delle tecniche più in voga quando si parla di proposte espositive. Anche se non ancora presente in maniera massiva su tutte le piattaforme di mercato, ogni mostra che si rispetti sfoggia numerose opere video. Prendendo in esame le proiezioni in senso stretto e tralasciando quindi le video-installazioni è facile rendersi conto che le prime risultano un tantino penalizzate.

Il grande problema di queste opere è la loro corretta fruizione, se posizionate all’interno di  una mostra museale multidisciplinare spesso e volentieri esse vengono sistematicamente evitate dal pubblico che si sofferma su sculture, installazioni e dipinti mentre dedica alla classica “saletta” di proiezione un fugace sguardo, solo per capire se il video proiettato merita attenzione. In realtà non è possibile discernere su di un’opera d’arte in pochi secondi ma questo sembra essere lo stato delle cose. Se un’opera ha un impatto visivo molto forte essa riesce ad “agganciare” il pubblico sin da subito ma se essa propone immagini un tantino più liquide è destinata ad esser scartata in pochi attimi. Questo sembra essere un problema squisitamente italiano, visto che dalle nostre parti la video arte viene troppo spesso accomunata ad altre manifestazioni cinematografiche. Ed allora come fare per abituare il pubblico alla video arte? Un buon modo per valorizzare questa meravigliosa tecnica potrebbe esser quello di organizzare eventi esclusivamente a lei dedicati, come ha già fatto Maria Rosa Sossai, critica d’arte e curatrice che nel 2009 ha cocurato la mostra internazionale Sounds & Visions Artists’ Films and Videos from Europe The Last Decade al Tel Aviv Museum.

Un meraviglioso evento, curato sin nei minimi particolari ed allestito egregiamente. Altra ottima soluzione è quella dei video distributors, veri e propri distributori di dvd di video arte che possono essere comodamente fruiti quando si vuole e come si vuole. In ultima ipotesi vi sono anche i Festivals e gli Screenings. Insomma, di occasioni per avvicinarsi alla video arte ve ne sono molte, in modo da non dover fuggire dalla video arte quando ci si trova all’interno della classica saletta buia.

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