Jacopo Miliani – Do you believe in mirages?

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Sabato 18 febbraio 2012, EX3 Centro per l’Arte Contemporanea di Firenze inaugura Do you believe in mirages?, progetto di Jacopo Miliani vincitore della seconda edizione del Premio EX3 Toscana Contemporanea. Il Premio, promosso da EX3 in collaborazione con Regione Toscana, nasce con l’intento di valorizzare le generazioni di artisti under 40, toscani di nascita o di residenza.

EX3 ha nominato una commissione composta da 3 curatori attivi sul territorio: Lorenzo Bruni, Valentina Gensini e Alberto Mugnaini, che ha selezionato una rosa di sei artisti – Yuki Ichihashi, Jacopo Miliani, Studio++, Teatro Sotterraneo, Martina della Valle, Enrico Vezzi – a ognuno dei quali è stato chiesto di presentare un progetto per la sala centrale di EX3. I progetti sono stati valutati, in una seconda fase da una giuria composta da Tom Morton, Ludovico Pratesi e presieduta da Sergio Tossi, che ha decretato vincitore Jacopo Miliani.

A Miliani è stata quindi assegnata la realizzazione della mostra, appositamente ideata per la sala centrale di EX3, accompagnata da una catalogo monografico. Al termine della personale, il Centro per lʼArte Contemporanea Luigi Pecci acquisterà unʼopera dellʼartista che entrerà a far parte della collezione del Museo.

La giuria ha così motivato la scelta del progetto: “Il progetto di Jacopo Miliani Do you believe in Mirages? coniuga in maniera valida la relazione tra l’opera d’arte, intesa nella sua molteplice natura di evento, performance, e intervento site-specific , e il contesto socio antropologico nel quale si trova EX3. Un rapporto che l’artista risolve in maniera concettuale ma anche evocativa, attraverso dispositivi e modalità progettuali necessarie per dare vita a due momenti espositivi diversi ma complementari, uniti dalla musica pop italiana ed internazionale che Miliani collega all’idea portante del lavoro. La presenza casuale e non annunciata del danzatore nello spazio esterno al centro espositivo, frequentato abitualmente da persone del posto, è stata considerata come un elemento portante del progetto, in grado di suscitare possibili interazioni, letture ed interpretazioni tra EX3 e il quartiere circostante” (L. Pratesi)

Do you believe in Mirages? prende spunto da una riflessione sul miraggio e sulla sua percezione. “L’idea di miraggio evoca molteplici interpretazioni descrivendo sia fenomeni fisico-percettivi che rinviando a realtà/irrealtà immateriali. Non in ultimo è anche sintomo dell’urgenza sociale contemporanea. L’arte si presenta come miraggio sulla realtà: adotta l’idea di rappresentazione, per poi, attraverso un ulteriore sguardo ravvicinato, rivelare una sensazione di mancanza e urgenza, necessaria per attivare un processo di indagine” (J. Miliani).

Il progetto prenderà le forme di un’installazione ambientale composta da due grandi dune di sabbia e una scritta centrale in bronzo accompagnata da una track list selezionata dall’artista. Alla base del lavoro l’interesse per la mise-en-scène e per il processo di indagine sull’idea di rappresentazione e ricezione, parte significativa dell’opera di Miliani, un’indagine che si sviluppa qui a partire dalla sala grande di EX3 per inoltrasi nello spazio pubblico della piazza. Il progetto si pone infatti anche come proposta di intervento di raccordo e relazione tra il Centro e lo spazio esterno attraverso azioni performative quotidiane.

In Do you believe in mirages? la strategia dissociativa propria del miraggio viene ripetutamente messa in atto. La dislocazione – interno (sala)/ esterno (piazza) – crea una doppia visione: da una parte l’incontro limitato e casuale con il performer all’esterno che assume i toni di un’immagine mentale in costante cambiamento, dall’altra la trasformazione all’interno della sala, dove la presenza del performer è evocata tramite un’assenza e lo spettatore è chiamato, attraverso la partecipazione diretta del luogo, ad intuire un ipotetico finale, interrompendo così la rigida distinzione tra il ruolo dell’attore e quello dello spettatore. Attraverso la performance nella piazza, il progetto si struttura inoltre come una collaborazione interdisciplinare con altri artisti: i danzatori, con i quali Miliani ha elaborato la coreografia, e i fashion designer di Boboutic che hanno appositamente realizzato il costume per la performance.

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