La Nuova Dolce Vita di Francesco Vezzoli è troppo simile alla vecchia

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Al Jeu de Paume di Parigi è attualmente in mostra il nuovo progetto creativo di Francesco Vezzoli che ultimamente sembra lanciatissimo all’interno del sistema dell’arte internazionale. L’evento dal titolo À Chacun Sa Vérité è ispirato e dedicato al maestro del cinema italiano Federico Fellini. Vezzoli presenta due nuovi lavori che indagano sul concetto di illusione e finzione all’interno della percezione della nostra realtà quotidiana.

L’artista ha inoltre inserito alcuni temi propri della creatività di Fellini come il suo amore per le celebrità, l’incessante presenza del desiderio, il continuo riferimento ai mass media e tutti quei miti che solitamente si creano all’interno della vita politica e sociale. L’auditorium del Jeu de Paume proietterà inoltre una versione video della performance di Francesco Vezzoli al Guggenheim di New York presentato all’interno del programma della biennale della performance Performa 2007. L’opera dal titolo Right You Are (If you Think You Are) è una riedizione della celebre opera teatrale  Ciascuno a suo modo di Luigi Pirandello. Vezzoli ha però trasformato la versione originale enfatizzando l’impossibilità di ottenere una verità oggettiva dall’investigazione delle ossessioni individuali dell’uomo moderno sulla celebrità e sulle bugie private delle persone famose. La seconda opera creata appositamente per la mostra all’auditorium Jeu de Paume è una forma di campagna pubblicitaria per La Nuova Dolce Vita. L’artista ha voluto provare la relazione tra la verità pubblica e la verità dei media. Nell’opera una celebre stella di Hollywood sembra essere protagonista di un evento immaginario.

Ma non appena appare sullo schermo è rimpiazzata dai mezzi di comunicazione del cinema come i titoli di coda che appaiono all’improvviso. Sembrerebbe quindi che tutta l’opera di Francesco Vezzoli ruoti attorno a concetti già lungamente e profondamente sviscerati da ben altri maestri. Federico Fellini, Luigi Pirandello e Marcel Duchamp sono ormai più che un punto di riferimento una zattera di salvataggio per l’artista che appare un timido amplificatore dell’altrui mitopoiesi.

La tanto decantata ironia e la ricerca sugli aspetti della celebrità sono ormai vuoti contenitori del nulla che Francesco Vezzoli ostenta a suo unico piacimento. In conclusione non abbiamo ulteriormente bisogno che l’artista torni ogni santo giorno a ricordarci cosa ha scritto Luigi Pirandello o cosa ha girato Federico Fellini.

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