Ancora una riflessione su La Quadriennale di Roma

di Redazione Commenta

Vorremmo qui di seguito esprimere il nostro dissenso per la cancellazione de La Quadriennale di Roma, pubblicando un testo redatto da Occupiamoci di Contemporaneo poiché esso esprime al meglio il pensiero di tutti coloro i quali hanno a cuore la cultura di questo paese. In questo momento.

Ecco fatto. Mancava ancora qualcosa alla festa dell’addio all’arte italiana? Non vi preoccupate. Eccovi serviti. Il grande giornalista televisivo ed ex parlamentare Jas Gawronski (nominato nel febbraio dello scorso anno dall’allora ministro per i Beni e le attività culturali Sandro Bondi) che per i suoi noti meriti manageriali e culturali, è stato fatto accomodare sulla poltrona presidenziale dell’unico ente-fondazione italiano deputato al sostegno e alla promozione dell’arte italiana fuori e dentro i confini nazionali, dichiara che purtroppo non avendo ricevuto i due milioni di euro attesi dallo stato, proprio con grande dispiacere deve comunicare che la prossima Quadriennale di Roma non si farà.

Ora le domande che ingolfano la mente e la bocca sono parecchie. Ma la prima, proprio la prima, necessariamente è: com’è possibile che in questo paese non sia possibile la cosa più semplice? E cioè che chi si occupa di arte si occupi di arte e chi si occupa di giornalismo televisivo continui a fare il proprio mestiere? Perché dobbiamo continuare ad essere così umiliati dopo anni nei quali tutti quelli che lavorano nel mondo dell’arte in Italia hanno dimostrato di riuscire a realizzare progetti e opere, nonostante l’indifferenza della classe politica tutta?

E quello che è ancor più grave, è che il suo caso non è l’unico. Al Castello di Rivoli il presidente è Gianni Minoli, altro esperto di arte contemporanea, com’è noto a tutti. Se le poltrone devono essere date a persone al di fuori del contesto professionale di riferimento. che almeno si scelgano persone capaci di di fare fund raising, allargando il contesto economico di sostegno. Dando per scontato naturalmente che in un paese normale un presidente, che non è un esperto di arte contemporanea, si preoccupa appunto di trovare fondi attraverso la sua notorietà e il suo sistema di relazioni e non di impostare la direzione artistica snaturando tra l’altro la natura stessa della Quadriennale.

Ci chiediamo: cosa ha fatto il nostro Jas Gawronski per cercare di non mandare a carte quarantotto la Quadriennale? Si è prodigato nella ricerca di risorse provenienti da privati? Ha pensato a sponsorizzazioni tecniche? Ha cercato di fare rete con le gallerie e con i musei italiani? Vista la provenienza televisiva del nostro, chiediamo a Federica Sciarelli di fare una puntata dedicata: chi ha visto Jas Gawronski in giro per gallerie e musei negli ultimi anni? Ultimo avvistamento segnalato, naturalmente, nel salotto romano giusto.

 

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