Leonid Nikolaev dei Voina evade di prigione e cura la Biennale

di Redazione Commenta

Leonid Nikolaev leader del battagliero gruppo artistico Voina ha recentemente aggiunto un ulteriore capitolo alla sua già tormentata storia. Nikolaev sembra infatti essersi trasformato in un antieroe degno del più cupo romanzo di Fedor Dostoevskij. Come ben ricorderete alcuni componenti dei Voina sono stati al centro di numerose controversie per aver più volte sfidato le autorità russe. Il gruppo artistico è infatti celebre per delle performance artistiche mascherate da rivolte popolari e viceversa.

Nell’ultima performance, dove tra l’altro il gruppo ha rovesciato alcune auto della polizia, Nikolaev era stato condotto in penitenziario e ne era uscito solo dopo moltissime peripezie (inclusa una cauzione pagata da Banksy). La scorsa settimana Nikolaev era stato chiamato dai vertici della Berlin Biennale per collaborare alla curatela della celebre manifestazione. Durante il weekend però Nikolaev ha partecipato ad una manifestazione contro l’imperante corruzione all’interno delle elezioni politiche in Russia. In seguito la polizia ha interrotto la manifestazione e l’artista è stato condotto alla più vicina stazione di guardia ed è stato nuovamente condotto agli arresti. Questa volta però è successo un fatto inaspettato, mentre il secondino era in procinto di chiudere la serratura magnetica posta di fianco alla cella, Nikolaev ha inserito le dita tra il muro e la porta, interrompendo il flusso magnetico e sbloccando così la serratura. In seguito l’artista è uscito furtivamente dalla cella e come un novello James Bond si è allontanato dalla stazione di polizia. La cronistoria dell’intera vicenda è stata in seguito pubblicata sul blog dei Voina.

Insomma dopo questa rocambolesca fuga, Nikolaev è riuscito a riprendere la collaborazione con la Berlin Biennale. Ultimamente anche Natalya Sokol, altro membro del gruppo nota con il soprannome di Koza, era stata arrestata dalla polizia russa. Ed anche in quell’occasione occasione i Voina non hanno tradito la loro reputazione poiché Koza è riuscita ad evadere dalla sua cella pochi giorni dopo l’arresto.

 

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