Lorenzo Giusti al MAN di Nuoro ma in Sardegna non sono contenti

di Redazione Commenta

Il Man di Nuoro, come forse molti di voi già sapranno, ha trovato il suo nuovo direttore. Dopo la dipartita di Cristiana Collu sarà quindi il bravo Lorenzo Giusti, co-direttore dell’ormai defunto EX3 di Firenze. La scelta ha decisamente sbaragliato ogni pronostico ed ha lasciato un poco a bocca asciutta tutti coloro i quali avevano già malignato circa la futura elezione di un direttore sardo e con poca esperienza.

Eppure non tutti sono contenti visto che Francesca Ghirra di Sel, Sinistra Ecologia e Libertà, presidente della commissione Cultura a Cagliari, ha pubblicato le seguenti parole sul suo account di Facebook: “Il MAN ha un nuovo direttore artistico e io, lungi dal dubitare della sua preparazione e competenza professionale, sono molto pessimista e infastidita di come nel nostro paese vengono condotte le selezioni pubbliche”. Anche Casteddu, il quotidiano di Cagliari ha così commentato l’ingresso di Lorenzo Giusti al Man: “Ci si chiede come Giusti, spuntato dal nulla in una Provincia di Sinistra, abbia sbaragliato i giovani sardi?”. Insomma a voler tirare le somme di queste dichiarazioni, in Sardegna si lamentano perché la commissione del MAN ha eletto un giovane capace tramite un bando nazionale ed ha preferito mandare a casa alcuni nomi locali, tra cui alcuni personaggi di dubbia provenienza e con esperienza curatoriale o direzionale praticamente nulla.

Ci si sbraccia per ottenere una tanta sospirata meritocrazia, una giusta selezione di personale altamente specializzato e poi si finisce per protestare perché all’interno di un museo importante non si è riusciti a piazzare il nipote del politico locale o il manager che può contraccambiare un cospicuo numero di favori. Magari si voleva un personaggio sardo, ma dove trovare altri nomi con l’esperienza adatta per la direzione di un museo? Invece dei bandi internazionali o nazionali, per alcuni bisognerebbe stabilire dei bandi locali, in modo da ridurre ogni realtà nazionale ad una realtà circoscrizionale. Non sarebbe poi tanto male un bel Museo Circoscrizionale d’arte contemporanea.

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