I Beastie Boys orfani di MCA

di Redazione Commenta


Era il 1986 quando MTV trasmise per la prima volta il video del singolo (You Gotta) Fight for Your Right (to Party). All’interno dello schermo tre irriverenti ragazzetti di Brooklyn intenti a rappare su una melodia decisamente Hard Rock, i cui riff di chitarra erano suonati nientemeno che da Kerry King, chitarrista degli Slayer. I 3 ragazzetti erano Adam Horovitz, Adam Yauch e Michael Diamond, vale a dire i Beastie Boys, capitani coraggiosi di un rap scanzonato, intransigente e sfacciatamente bianco, contro la schiera di puristi all blacks che già da anni imperversava in tutto il mondo. Inutile dire che il singolo schizzò in testa alle classifiche di tutto il mondo, proiettando i Beastie Boys nell’olimpo della musica. Dopo quell’esordio giovanile, il terzetto è cresciuto musicalmente, tornando ad un approccio più strumentale che ha contraddistinto i dischi successivi. Di tutti i gruppi che in seguito hanno caratterizzato la scena musicale old school hip hop degli anni ottanta, i Beastie Boys sono rimasti gli unici a produrre ancora nuovi lavori discografici e ad esibirsi in concerti e festival davanti alle folle, attirando schiere di fan con la loro proverbiale energia ed ironia. Purtroppo i tre impavidi cavalieri dell’hip hop hanno subito un duro colpo lo scorso 4 maggio con la morte di Adam Yauch, sconfitto a soli 47 anni dal cancro. Breve e struggente il commento di Adam Horovitz comparso sul blog del sito della band: “”Come potete ben immaginare, è come se tutto fosse andato a farsi fottere”, scrive Horovitz: “Voglio tuttavia ringraziare tutti i nostri amici e le nostre famiglie che praticamente, è come se fossero una sola, per tutto l’amore e il supporto dimostrato in queste ore. Sono contento di sapere come tutto l’amore che Yauch ha immesso nel mondo durante la sua vita gli sia stato restituito. Grazie”. Noi di Globartmag volevamo solo offrire un tributo ad uno dei miti della nostra gioventù, quando sognavamo New York sui muri delle nostre stanzette, e sfrecciando sullo skateboard con il walkman a palla, gridavamo a squarciagola (You Gotta) Fight for Your Right (to Party)!!!

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