La mia nuova opera? Me la finanzia la rete con il crowdfunding

di Redazione Commenta

Finanziare il proprio progetto artistico è un’impresa assai ardua. L’era dei mecenati sembra essere tramontata da un bel pezzo ed affidarsi alle istituzioni pubbliche è un mero sogno. Le gallerie private fanno quello che possono per sostenere la produzione creativa dei propri artisti ma è logico che coloro i quali non posseggono una galleria di riferimento sono costretti a procacciarsi sponsors sempre più difficili da trovare.

Ecco quindi che l’urgenza della sovvenzione privata ha dato vita alle piattaforme di crowdfunding, vale a dire dei siti internet dove è possibile illustrare il proprio progetto che verrà in seguito realizzato grazie a piccole o grandi donazioni da parte del popolo della rete. Grazie a websites com IndieGogo e Kickstarter, l’artista squattrinato può presentare un suo progetto e farsi aiutare dagli utenti per la realizzazione dello stesso. In cambio l’artista mette sul piatto una serie di gadgets, stampe o quanto altro in base all’entità economica della sovvenzione di ogni singolo utente. In Italia il crowdfunding è ancora in via di sviluppo, anche perché l’immaginario collettivo è saldamente ancorato alle vecchie sovvenzioni statali ed al fantomatico “impresario” che prima o poi scoprirà il nostro talento creativo. Eppure anche dalle nostre parti sono comparsi alcuni websites come Cineama ed Eppela, vere e proprie piattaforme di crowdfunding all’italiana che pian pianino stanno aprendo un varco in questa generazione 2.0 del fundraising.

Anche se raccogliere fondi con una sorta di colletta telematica può apparire una pratica un poco bizzarra ai nostri occhi, va detto che il crowfunding è un sistema efficace e sopratutto vincente. Si prevede infatti che nel 2012, la piattaforma Kickstarter distribuirà più di 150 milioni di dollari in aiuti per l’arte e la cultura. Tale cifra di fatto supera il budget statale previsto dal National Endowment of the Arts (NEA) per lostesso anno, che si aggira attorno ai 146 milioni di dollari. Tutto sommato l’aiuto del singolo funziona meglio di quello delle istituzioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>