Da mezzogiorno a mezzanotte – Giornata di disorientamento: A.R.I.A. al Valle Occupato

di Redazione 1

Domenica 11 dicembre, da mezzogiorno a mezzanotte, il Teatro Valle Occupato, ospiterà  gli artisti di A.R.I.A. offrendo riflessioni, dibattiti ed esposizioni di opere sul tema del disorientamento.

La giornata organizzata dagli artisti di A.R.I.A si svolgerà a conclusione della Permanenza artistica di Riccardo Caporossi – dello storico gruppo teatrale “REM & CAP” – proponendo una riflessione sul disorientamento (tema dell’intera giornata), utilizzando linguaggi eterogenei: performance, dibattiti, istallazioni, video, etc… Nell’intero spazio del Teatro Valle Occupato, si alterneranno, quindi, momenti assembleari intorno ai temi già evidenziati dagli artisti nei mesi scorsi a presentazioni di opere appositamente create o già esistenti, ma comunque scelte direttamente dagli artisti per l’attinenza col tema della giornata. 

A.R.I.A., acronimo di Artisti Romani In Assemblea, nasce nel mese di marzo, sulla comune percezione di un disagio collettivo. La nuova unione ha spinto gli artisti a redigere un manifesto, siamo appena all’inizio di qualcosa che non è facile da definire …, che affronta, giungendo anche nel campo dell’utopia, l’idea del MUSEO diffuso, l’ipotesi di una nuova SCUOLA in cui l’educazione all’arte contemporanea cominci sin dall’infanzia. Si aggiungono i luoghi dell’incontro, della riflessione come il BAR e della comunicazione con la costituzione di un GIORNALE. Su questi principi sono nati quattro tavoli di lavoro che, in tutti questi mesi di confronto, hanno dato vita a dei progetti concreti che saranno illustrati in occasione della giornata al Teatro Valle Occupato. Domenica 11 dicembre, da mezzogiorno a mezzanotte, A.R.I.A. vuole dialogare con il tessuto culturale e sociale del nostro territorio, cercando di avvicinare l’ARTE CONTEMPORANEA ai non “addetti ai lavori”, affermando quindi la volontà, da parte degli artisti, di creare un ponte tra l’ARTE e la CITTA’.

Artisti partecipanti: Francesca Banchelli, Elena Bellantoni, Angelo Bellobono, Elisabetta Benassi, Wolfgang Berkowski Giorgio De Finis, Fabrizio Boni, Fausto Delle Chiaie, Emanuela Fiorelli e il Gruppo Super-C, H.H. Lim, Adelita Husni-Bey, Donatella Landi, Andrea Lanini, Faulon Laurent, Miltos Manetas, Cristiana Pacchiarotti- Carlo De Meo, Arianna Bonamore, Mario Tosto, Francesca Romana Pinzari, Andrea Martinucci, Pierpaolo Perilli, Giovanni Lauricella, Pino Boresta, Mattia Pellegrini, Luca Musacchio, Rani Barazi, Gianni Piacentini, Alessandro Piangiamore, Cesare Pietroiusti, Alfredo Pirri, Marco Raparelli, Alessandro Sarra Delphine Reist, Emiliano Zelada.

Il programma dettagliato della giornata verrà comunicato quanto prima. Per info: [email protected]

 

 

Commenti (1)

  1. C’è troppo silenzio nei MUSEI

    Sciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!Al Museo non si urla ma nel museo forse si…. e poi qui siamo al Teatro pertanto:
    AHOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

    Il silenzio degli artisti nuoce gravemente all’arte contemporanea e uccide anche te digli di smettere.

    Il silenzio è mafioso.

    Il silenzio è spesso sopravvalutato.

    VELODICO: “Scoprire è importante ma capire è ancora più importante”

    VELODICO: Intendo con il mio intervento creare uno spazio di riflessione che metta in discussione la natura dell’arte e dell’artista tentando di aggiungere se fosse possibile ancora più disorientamento.

    Ma Sciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
    Non fatelo sapere in giro qualcuno potrebbe aver paura.
    Paura di quello che non si conosce.
    Paura di quello che non si capisce.
    Paura di chi è diverso.
    Ma chi ha paura muore tutti i giorni mentre chi non ha paura muore una volta sola.

    PERTANTO!

    Io sono PIǓ sereno, perché non devo PIǓ dimostrare niente, non devo PIǓ raggiungere nessun obbiettivo, non mi aspetto PIǓ niente da nessuno, non voglio PIǓ ascoltare chi è contro di me, ma devo solo continuare di PIǓ a fare quello che so fare perché so di farlo bene, PIǓ di molti altri, tutto il resto non conta PIǓ e non mi interessa PIǓ, ho imparato ancora di PIǓ a godere di tutto quello che faccio senza piangere PIǓ, senza rimpiangere PIǓ tutto ciò che non arriverà PIǓ, se qualcosa in PIǓ arriverà quando arriverà bene, se non arriva non importa PIǓ, voglio vivere con PIǓ gioia quello che faccio ogni giorno di PIǓ, e tutto il resto non conta PIǓ, e non ho PIǓ nulla da dire.

    MA TUTTO QUESTO NON È VERO

    PER QUESTO

    Per esempio adesso odio tutti gli artisti odio tutte le stelle del mondo
    e questa pioggia di mostre
    Per esempio adesso odio tutti gli artisti odio tutto l’amore del mondo e questa pioggia di esposizioni…. quando mi guardate così.
    Quanti sogni diventano grandi…. elevarsi e cadere è tutto uguale, tutto il resto è rumore, disordine.
    Qual è il peso della tua libertà? io conosco il mio.
    Per esempio adesso odio tutti gli artisti odio tutto l’amore del mondo e questa pioggia di rassegne.
    Per esempio adesso odio tutti gli artisti odio tutte le stelle del mondo e questa pioggia di vetrine… quando mi guardi così, quando mi guardi così.

    MA ANCHE QUESTO NON È VERO

    Aria nuova:
    Gramsci “Posso dire che se è vero che un vecchio ordine sta morendo è altrettanto vero che un nuovo ordine non è ancora nato, questo è il momento in cui possono apparire dei mostri.”

    SciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiSottovoceSottovoceSottovoce

    Cari ragazzi mi dispiace deludervi ma non è vero che chi l’ha dura la vince, non è vero che se hai tenacia e costanza prima o poi avrai successo, se sei fortunato forse con queste caratteristiche potrai raggiungere qualche tappa intermedia, ma quello che è indispensabile più di ogni altra cosa per riuscire nei propri intenti è un eccezionale proposta artistica. Per riuscire, il valore della propria opera deve essere alto, molto alto, ma sappiate che avvolte anche essendo altissimo potreste non riuscire nei vostri propositi in quello che vi siete prefissati e solo se riuscirete a mettere in conto anche questo nei vostri piani allora potrete affrontare con più serenità il vostro percorso senza dare credito a tutti quei coglioni che vi dicono che bisogna solo essere caparbi e ostinati ed il resto verrà da se.

    Un coglione…. io:
    I veri artisti sono coloro che si ostinano a fare delle cose anche quando nessuno le capisce, quando nessuno ne comprende il valore…. e se a decidere la carriera di un artista continuerà ad essere la politica interna all’arte secondo criteri di appartenenza e conoscenza piuttosto che la capacità e meriti acquisiti sul campo, presto nessuno avrà più voglia di impegnarsi per dare il meglio di sé al reale dibattito artistico, e le cose andranno sempre peggio.

    E se avesse ragione Fiume? (il fiume in piena) che ha detto:
    “Io credo che si deve prendere in particolare considerazione chi viene denigrato, diffamato e ostacolato perché è assai probabile che si tratti di un genio.”

    È successo a Venezia
    È successo alla Biennale
    È successo durante la conferenza
    È successo mentre parlavano
    È successo in maniera rapida
    È successo che………….
    Ma è successo, questo è importante.

    Il successo postumo di Vincent Van Gogh non è quello di uno sfigato a cui ha detto culo, ma quello di uno sfigato ultraiellato.

    La prima cosa che imparano tutti i nuovi avventori dell’arte e frequentatori dei vernissage è quello di non salutare mai per primi, anzi possibilmente non salutare proprio, ma aspettare sempre che siano gli altri a salutare per primi o quanto meno ad accennare un saluto. È come se fosse in atto una sorta di duello dove ognuno dei due pensa cosi di valutare la stronsaggine di chi ha fronte, in quanto si tende a pensare che quanto più uno sia stronzo tanto più sia un personaggio importante

    In “Cosmogonia e cosmologia” Philip K. Dick sostiene che forse noi tutti siamo degli artefatti (probabilmente un po’ stronzi aggiungo io) visto che teniamo all’oscuro il nostro artefice, (Urgrund) che ci aveva creato prima che se ne dimenticasse, ai fini della comprensione di sé. Insomma in buona sostanza e come dire che non siamo nella merda ma siamo la merda.

    Noblesse oblige
    Noblesse oblige
    Noblesse oblige
    Noblesse oblige
    Noblesse oblige insomma sta cosa significa:
    Espressione francese che significa “la nobiltà obbliga”, e che significa che chi ha un determinato rango è costretto a mantenere un atteggiamento adeguato. Viene spesso usata in modo ironico.

    Vecchioni
    Non si può dire ad una persona si te stesso perché spesso ciò non è possibile per molteplici motivi ma più giustamente bisognerebbe dire
    “Si correttamente simile a te stesso”

    Cooper
    …. ma se da una parte manca il bersaglio fa centro dall’altra, perché anche le parole sono pietre, pietre di altro tipo, scagliate, indietro nel tempo fino al ricordo del dolore oppure in avanti, fino al momento della nostra lettura, e più lontano ancora, nel futuro delle letture a venire.

    I’am a real artist

    I don’t give up
    I don’t give up
    I don’t give up
    I don’t give up
    I don’t give up
    I don’t give up
    I don’t give up
    I don’t give up

    I’am a real artist

    I do not give up
    I do not give up
    I do not give up
    I do not give up
    I do not give up
    I do not give up
    I do not give up
    I do not give up

    Ma ora i miei 10 minuti di notorietà sono passati quindi vi ringrazio e vi saluto cosi!….

    “Sono un eroe perché lotto tutte le ore”
    Caparezza

    “E un’altra possibilità io la voglio, non posso farne a meno”
    La Cruz

    “E l’ho pagata cara la mia presunzione ma io volevo solo essere il migliore”
    Venditti

    “Cosa si prende cosa si da quando si muore davvero”
    Ruggeri

    Ci sono cose che nessuno ti dirà
    Ci sono cose che nessuno ti darà
    Sei nato e morto qua nel paese delle mezze verità
    Fibra

    “Quante volte io dovrò morire per sentirmi ancora vivo?”
    Masini

    Si! “Sono solo canzonette” dice Eduardo Bennato, ma se avesse ragione
    Philip K. Dick che in “Valis” sostiene che il senso della rivelazione di molte verità potrebbe essere contenuto proprio tra queste?
    Io non voglio correre il rischio di perdere questa possibilità, e voi?

    FINALE – THE END

    Ninetto
    “A papà me sa che la vita è niente”

    Totò
    “E certo! La morte è tanto…”

    Accattone
    Scena finale
    “Ecco mo’ sto bene”

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