Qualcuno ci prova a difendere Damien Hirst

di Redazione Commenta

Se Damien Hirst non ci fosse, allora bisognerebbe inventarlo. Così scrive Ben Davis sulle pagine di Artinfo, in riferimento all’ondata di polemiche sollevate dal nostro amato/odiato folletto della Young British Artists Generation. Effettivamente già diverse settimane prima del lancio di The Complete Spot Paintings, organizzato in tutte le Gagosian Gallery del globo, Damien Hirst ha subito attacchi da più parti sino a raggiungere il climax con l’invettiva del “collega” David Hockney che ha accusato il nostro di non produrre personalmente le sue opere.

“Ai discorsi fra critici e curatori, manifestare una sorta di ammirazione per Damien Hirst equivale ad affermare di amare il Kitsch. Non ho mai letto così tanto odio negli articoli di critica nei magazine d’arte come in quelli dedicati a Hirst” così afferma Davis nel suo articolo. Effettivamente The Complete Spot Paintings è divenuta il capro espiatorio per eccellenza, la prova effettiva di un’arte contemporanea pericolosamente dirottata verso lo spettacolo che ha definitivamente perso il contatto con la realtà e con il mercato. Hirst non è la causa, casomai l’effetto di un generale impoverimento di idee e contenuti che ha fatto perdere la bussola a tutti. Nel suo articolo però, Ben Davis si trasforma in avvocato del diavolo e tenta una mission impossibile vale a dire difendere Damien Hirst: “Quello che fa Hirst con i suoi spot paintings non è molto dissimile dalla produzione dell’artista concettuale francese Daniel Buren che ispirato da patterns e da righe ha più volte creato numerose installazioni e tele in questo senso. Certo non sto dicendo che Hirst debba per forza incontrare i gusti di tutti, dico solo che non è l’unico a creare arte secondo determinati comportamenti”.

Di certo non possiamo dar torto al nostro avvocato del diavolo ed è palese che la stampa si è accanita contro Hirst. Quello che però non dobbiamo dimenticare è che Hirst è solamente la punta dell’iceberg di un problema ben più ampio e che permettere determinati comportamenti significa permettere anche tutto il resto, senza stupirsene più di tanto.

 

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